venerdì 13 luglio 2012

La storia di Samurai (18)

Sopra, una delle entrate per Kamakura
Sotto, il ritratto di Gotoba


Dopo la morte di Sanetomo, la famiglia Hojyo ha cominciato governare il mondo di Samurai come Sikken. Sikken significa l’assistente dello Shogun. Siccome Hojyo non era la famiglia da poter sedere sulla posizione dello Shogun, ha scelto di diventare Shikken ricevendo un figlio della famiglia nobile da Kyoto come Shogun. Ovviamente, questo “Shogun” era solo il nome e non aveva quasi nessun potere. Era proprio un burattino manovrato da Hojyo.
Allora, Gotoba era già l’ex-imperatore ma aveva il potere forte. Per l’uomo cosi in gamba e orgoglioso come lui, era veramente intollerabile di riconoscere la situazione del governo a Kamakura in cui era controllato dalla famiglia Hojyo di umili origini. Alla fine, lui ha deciso di rovinare la famiglia Hojyo e ottenere di nuovo la posizione del regnatore in Giappone sia di nome che di fatto. A Gotoba sembrava tanto facile di farlo, se ordinasse di attaccare Hojyo ai tutti con nome dell’imperatore. Certamente a Kamakura, non era che tutti i Gokenin erano d’accordo con Hojyo, quindi Gotoba e le sue persone vicine erano convinti della vittoria.
Ma, era impossibile di far retrocedere la storia.

Per tutti i giapponesi, era troppo duro di farsi nemico l’imperatore. Perciò, quasi tutti i Gokenin si erano agitati essendo di fronte a questa situazione. Se la congiuntura continuasse ad andare cosi, senz’altro il governo shogunato a Kamakura sarebbe rovinato. A questo momento, Masako, già invecchiata e ritirata dalla vita attiva, era apparsa di nuovo avanti a Gokenin. Lei li ha fatto il suo ultimo e migliore discorso, dicendo che se tutti i Gokenin volessero ritornare nella società come prima, cioè l’època in cui i Samurai furono i servitori umili alla classe aristocratica, sarebbe meglio di andare a Kyoto e inginocchiarsi sotto l’imperatore e i nobili, se no di combattere contro l’arma di Kyoto. E poi, lei ha aggiunto cosi:
“Tanto, il nostro nemico non è l’imperatore ma le sue persone vicine. Sono loro che hanno provocato l’imperatore di attuare questo progetto. Quindì, per noi non è altro che combattere contro i vassalli cattivi. Se non volete parteggiare per noi, mi uccidete prima e poi andate a Kyoto”.
Ascoltando le parole di Masako, tutti i Gokenin erano commossi e hanno giurato di combattere contro l’arma di Kyoto consolidando l’unione.
In caso di guerra, ovviamente è più forte il gruppo dei guerrieri professionali. Tutti i Gokenin di Kamakura erano gli uomini ardimentosi, invece quelli di Kyoto, c’era anche Samurai ma, purtroppo la maggioranza dei comandanti erano le persone vicine dell’imperatore (cioè i nobili oppure Samurai che erano diventati quasi nobili accanto all’imperatore). Per questo motivo, l’arma di Kyoto ha perso subito la guerra e Gotoba e suoi due figli (uno era imperatore e l’altro già abdicato al trono) erano esiliati.
Questa guerra civile era successa in 1221. Da quando la famiglia Taira ha preso il potere, circa per 50 anni, era quasi mai interrotta la guerra e lo spargimento di sangue in Giappone. Con l’occasione della vittoria di Hojyo, si può dire che la storia giapponese è cambiata drasticamente, cioè dal mondo dei nobili a quello di Samurai, e dal periodo di Kyoto a quello della provincia (Kamakura). Il Giappone era diviso in due e i due regnatori stavano nella parte dell’est (Shogun, ma in realtà Shikken) e dell’ovest (l’imperatore) insieme. Chi prendeva l’iniziativa nel mondo politico, però, era quello dell’est.