mercoledì 21 dicembre 2022

La serie della letteratura giapponese~576

 


Due foto del monte di Nikkou


Okuno Hosomichi, il viaggio per Touhoku, nord-est in Giappone, scritto da Matsuo Bashou

 

Il diario di Bashou (5)

 

Al 30 di marzo, abbiamo alloggiato in un albergo, situato ai piedi del Monte di Nikkou (una zona nella presente provincia di Tochigi). Allora, il padrone ci ha detto:

 

“Io mi chiamo Gozaemon di Budda. Poiché io considero la più importante l’onestà per tutte le cose, mi chiamano così. Voi ci alloggiate solo una notte, però vi metterete comodi senza nessuna cautela.”

 

Io quindi, ho osservato sempre con tanta attenzione quello che lui fa, pensando che quale Budda è apparito in questo mondo per aiutare l’uomo quasi mendicante come me. E ho trovato che lui è l’uomo ignorante e incolto, ma dell’onestà personificata.

 

Nei dialoghi di Confucio, c’è scritto:

 

“La persona che è forte e intrepida e ingenua, si può dire che, lei sta più vicino allo stato mentale della benevolenza che è la più importante nell’umanità.”

 

Perciò, ho pensato che quel padrone è molto benevolo, e poi, devo rispettare davvero il suo carattere puro di natura.

 

Il primo aprile, siamo andati a pregare al Monte Nikkou. Nel tempo antico, questo monte si chiamava Futara San (1), ma quando il grande monaco Kobo Daishi (consultate per favore “La vita di Kukai ~5) vi è salito, l’ha cambiato nel nome di Nikkou.

 

(1)

Futara significa che due volte succede la tempesta di vento, invece San vuol dire il monte. Secondo una leggenda, due volte all’anno, tirava il vento forte dalla caverna rocciosa situata a mezza costa di questa montagna, e questo vento devastava tutta la regione. Ma, il monaco Kobo Daishi vi è salito e ha calmato il vento. E poi, lui l’ha cambiato nel nome Nikkou che significa la luce del sole.

 

Poi, Bashou ha scritto di andare a pregare il monte Nikkou. Questo significa che lui e il suo compagno Sora sono andati a pregare il monte Nantai, che è il principale fra le montagne di Nikkou e quello monte stesso era considerato la divinità.