mercoledì 7 dicembre 2022

La serie della letteratura giapponese~572

 


Sopra, due foto del copricapo di falasco
E sotto, moxa



Okuno Hosomichi, il viaggio per Touhoku, nord-est in Giappone, scritto da Matsuo Bashou

 

Il diario di Bashou (1)

 

Il tempo è l’eterno viaggiatore e anche l’anno che è passato e quello che viene, sono i viaggiatori. Nel mondo umano, il barcaiolo che passa la vita nella barca e il conducente di un cavallo da soma che cammina sempre sulla strada, viaggiano ogni giorno, e si può dire che loro vivono viaggiando.

 

Nel vecchio tempo, ci sono stati tanti che hanno finito la loro vita in via del viaggio.

 

Anche io, non so da quando, mi capitava di non poter frenarmi del desiderio per il vagare, come se i nubi sparse corrano senza meta dal vento. E dopo aver errato sulla riva del mare, all’autunno dell’anno scorso, mi sono stabilito stentatamente nella casa povera vicino al fiume Sumida (situato in Edo, presente Tokyo), togliendo le ragnatele. E cosi, è finito l’anno scorso.

 

Tuttavia, appena cominciato questo anno, mi è venuta l’agitazione per il desiderio di viaggiare per Touhoku, guardando il cielo che è ricoperto dalla nebbia di primavera. E come se mi sia impossessato della divinità protettrice della strada, quasi mi sono impazzito per il viaggio.

 

Io quindi, ho rammendato uno strappo alle mutande lunghe, cambiato lo spago del copricapo di falasco e cauterizzato con moxa (l'assenzio selvatico seccato e reso cotonizzato, come si vene nella foto di sopra) su Sanri (la parte incavata sotto il ginocchio, si dice che, se cauterizzi con moxa su questa parte, sarebbe molto efficace per tutti i tipi di malattia). E dopo aver fatto la preparazione così, il mio cuore ha già volato fino alla luna di Matsushima (la zona famosa di Touhoku, per la bellezza della vista).

 

Perciò, ho venduto mia casa e spostato alla villa di Sanpu (il nome dell’uomo che aiuta Bashou finanziariamente).