domenica 18 gennaio 2015

La storia di Kyoto (3)


Due foto del tempio buddista Todaiji

All’imperatore Kanmu, c’era un altro problema, cioè quello del popolo di nord-est in Giappone, chiamata la razza Emishi (una specie di aborigeni) che non era tanta obbediente alla corte imperiale. In questo periodo, la gente dalla parte centrale fino a quella sud-ovest in Giappone, era quasi sottomessa dal governo (corte imperiale), ma nord-est no.  Perciò, Kanmu doveva essere molto attento anche per loro movimento.
A proposito, spostare la capitale è un progetto molto costoso, infatti, lui ha voluto progettare quanto possibile segretamente per la pace del sentimento della gente, soprattutto dei monaci del tempio Todaiji. Perché, oltre che era il tempio più potente, questo era anche il nucleo del principe ereditario Sawara, in cui era stato il monaco per 22 anni. E poi, ovviamente Todaiji poteva essere uno di quelli che erano opposti al progetto dello spostamento per non perdere il potere coltivato in Nara, quindi se loro lo sapessero, avrebbero promosso una campagna contro Kanmu. Per questo motivo, Kanmu ha mandato avanti il progetto in modo che non potesse sapere neanche suo fratello Sawara.

Poi Kanmu, era un imperatore che aveva una forte volontà e la capacità da prendere l’iniziativa, perfino quasi il “Dittatore”.
Perciò quando lui ha annunciato lo spostamento della capitale in fine, nessuno si è dichiarato contro lui, nemmeno Sawara, che non fosse stato molto d’accordo a suo fratello maggiore nel cuore.

La costruzione della capitale Nagaoka era cominciata sotto il comando di Tanetsugu e si è svolto il lavoro, accelerando il passo. E in novembre dell’anno 784, il trasferimento da Nara a Nagaoka era messo in esecuzione risolutamente.
Tuttavia, il lavoro non era completato, perciò Tanetsugu si è occupato ancora molto a comandare gli operai nel cantiere dei lavori.  E una notte, è successa la tragedia. Cioè, lui era ammazzato da due frecce scoccate nel buio.