domenica 25 gennaio 2015

La storia di Kyoto (5)


Due foto del fiume Katsura

La capitale Nagaoka, fin dall’inizio era la città contaminata di sangue, ma comunque sia, è durata per dieci anni. Durante questo periodo pero, è capitata in successione qualche disgrazia. Cioè, madre e l’imperatrice di Kanmu, e una moglie di Ate era morta una dopo l’altra, poi anche il principe Ate si è ammalato ogni tanto. Perciò la gente dell’epoca, includendo Kanmu, ha pensato che queste disgrazie derivassero dalla maledizione delle anime perdute che avevano perso la vita nel rancore.
Riguardo a ciò, Kanmu teneva un certo rimorso. Quando lui era ancora giovane, già c’era l’altro principe ereditario ufficiale. Tuttavia, dagli artifici di un vassallo vicino a Kanmu, il principe era sospettato di complotto e ucciso con sua madre. A grazia di questo fatto, Kanmu è potuto diventare l’imperatore. Kanmu quindi, sia questo principe, sia Sawara, benché non avesse intenzione di far cadere loro in rovina dapprima, il risultato è stato che assumersi alcuna responsabilità lui stesso. Per questo, nel cuore suo, c’era sempre una specie del pentimento e di conseguenza, lo creava una paura per le maledizioni dalle anime perdute dentro se stesso.
Poi, all’epoca, si credeva che il posto in cui era morto qualcuno fosse contaminato, perciò si doveva distruggerlo per cacciare via lo spirito maligno di morte e bisognava di ricostruire un altro palazzo.
“È giusto pero, di costruire di nuovo un palazzo in questa capitale Nagaoka, che è già coperta d’ombra della morte e piena di maledizioni?”

Kanmu, pensando cosi, è stato un po’ nell’indecisione. A questo momento, è successa una calamità decisiva, cioè la parte meridionale della capitale era allagata dallo straripamento del fiume Katsura che correva nel centro della capitale, causato dal rovescio.
“Sarà meglio di non fare più la costruzione in Nagaoka.”
Con l’occasione di questa calamità, è gettata quest’opinione come un fiume in piena fra il popolo.

E alla fina, Kanmu ha cominciato a cercare il luogo candidato per la prossima capitale.