mercoledì 5 ottobre 2022

La serie della letteratura giapponese ~555



 Due foto delle monete nel medioevo


Tsurezure Gusa (177)

 

Il ricco ha continuato a parlare:

 

“E poi, non si deve soddisfare tutta la necessità. Finché noi esistiamo in questo mondo, noi desideriamo la cosa senza limite sia per noi stessi sia per gli altri. Se uno voglia adempiere il suo desiderio cosi come gli capita, la sua ricchezza andrà via subito, anche se tenga le monete di un milione. Il desiderio umano non si ferma mai. I suoi beni quindi, saranno finiti fra poco. È impossibile di soddisfare il desiderio illimitato con la moneta limitata. Se gli capiti qualche desiderio forte nel cuore, lui dovrebbe pensare che sia nato il cuore cattivo in se. Perciò lui, ammonendone fortemente se stesso, non deve soddisfare la necessità anche se sia poco.

 

E poi, se uno pensi che i soldi siano disponibile, come se fosse il suo servitore, non potrebbe evitare la povertà per lungo tempo. Lui deve rispettare i soldi come il suo signore e non deve mai usarli a suo piacere. E poi, se uno perdi la faccia per i soldi, non deve arrabbiarsi e rimproverare di ciò. E poi, deve essere sempre onesto e attenersi a un accordo.

 

Uno che chiede il guadagno proteggendo la ragione di cui sopra, nel punto della velocità e della sicurezza di raccogliersi della ricchezza, ne compirà quasi come il fuoco sposta alla roba secca o l’acqua corre dalla parte alta a quella bassa.

 

Quando uno è ampiamente ricco, se lui non si dia al bere o alle donne e non adorni la casa, il suo cuore è sempre pacifico e sostanzioso, anche se non si soddisfi il suo desiderio.”  

 

A proposito, gli uomini chiedono i beni per soddisfare il loro desiderio solitamente. Lui pensa dei soldi ai beni, perché può soddisfare il suo desiderio con quelli. Uno che non soddisfa il suo desiderio anche se ci sia, e che non usa i soldi anche se ci siano, sarà uguale completamente al povero. Allora, cosa c’è da divertirsi? L’ammonizione di quel ricco si sente come tagliare il desiderio mondano e non dover angustiarsi per la povertà. Sarà meglio di non avere i beni, anzi che è dedito ai piaceri, soddisfacendo il desiderio. Uno che soffre di un tumore, quando lo lava, si sentirà rinfrescato. Ma sarà ancora meglio di non ammalarsene. Riguardo al modo di vivere di quel ricco, mi pare che sia spenta la differenza fra la ricchezza e la povertà. È proprio uguale lo stato mentale dell’illuminazione nel Buddismo e quello dell’illusione mondano di molto inferiore. E così, l’avarizia eccessiva è simile al disinteresse.