Makura no Soushi (213)
~ Il primo saggio in Giappone,
scritto da Sei Shonagon ~
Il testo (212)
Cento sessantatreesimo
La casa in cui abita una donna da sola, sarà meglio quella in sfacelo e rovinato anche il recinto. Se ci sia un
laghetto, sarebbe meglio di essere cresciuta l’erba acquatica attorno. E il
giardino, anche se non è ricoperto completamente di erba incolta, ma ogni tanto
si trova l’erba verde. Questo tipo della vita per una donna ha l’atmosfera
insicura, e perciò ci fa sentire una certa suggestività.
Se invece, la padrona, come se
fosse la persona sicura, curi bene tutto salvando le apparenze e chiudi
fermamente la porta e faccia tutte le cose con la maniera giusta, è molto
insulsa.
(N.B:
Secondo un studioso, una donna che abita
da sola, era una materia amata per il romanzo a quella epoca e anche questa
sezione sembra che sia sostenuta dal gusto generale allora.)
Cento settantaquattresimo (1)
Se una ancella che serve nel
palazzo imperiale avvia i genitori che stanno bene nella sua propria casa,
sarebbe felice. Quando lei sta a casa, se tante persone vengano spesso per incontrarla
e sia molto rumoroso dal nitrito del cavallo dappertutto, loro non la accuseranno
uno ad uno, ma….
Uno la visita o furtivamente o
apertamente dicendo:
“Non sapevo che adesso voi state a
vostra casa.”
Oppure,
“Quando tornerete al palazzo?”
L’altro la visita proprio come l’amante.
Allora, per i visitatori di questo
genere, i genitori fanno aprire la porta a un servitore pensando nel cuore:
“È veramente sfacciato!”
“È veramente rumoroso!”
E i genitori domandano a un
servitore:
“Hai chiuso la porta con la chiave?”
Lui risponde con la faccia imbarazzata:
“Chiuderò fra poco, perché sta ancora
un ospite.”