Okuno Hosomichi,
il viaggio per Touhoku, nord-est in Giappone, scritto da Matsuo Bashou
Il diario di
Bashou (7)
Riguardo a Sora,
il suo cognome è Kawai, e il nome è Sogorou. Quando io sono stato a mia casa in
Edo (presente Tokyo), lui abitava vicino a me e mi aiutava alle faccende domestiche.
E lui, sapendo il
mio viaggio di questa volta, ha voluto viaggiare per la zona di Matsushima e
Kisagata (due luoghi famosi per le bellezze naturali in Tohoku) insieme a me con
tanto piacere. E per aiutarmi per le varie difficoltà che possano succedere
durante il viaggio, lui si è raso i capelli a zero prima di partire, e si è
vestito nero, l’abito del monaco, e ha preso il nome da monaco, Sogo.
Quell’Haiku del
monte Kurokami (i capelli neri) deriva da questo fatto. E il cambiamento dell’abito
quindi, ha doppio senso e fa appello fortemente al cuore umano.
Quando noi siamo
saliti un po’ più di 2km, abbiamo trovato una cascata, di cui l’acqua zampilla
dalla roccia. Quella cade nel bacino blu, che è circondato dalle numerose
rocce, dall’altezza di circa 30m.
Solitamente, noi
vediamo questa cascata da dietro, entrando nella caverna. Perciò, ho sentito dire
che la si chiamava la cascata Urami (significa quella da vedere da dietro), dal
tempo vecchio.
Allora, ho
composto Haiku come seguente:
Shibarakuwa
Takinikomoruya Genohajime
Traduzione: Siamo
già in aprile e proprio comincia la stagione dell’allenamento ascetico per i
monaci. Anche io, poiché sto nella situazione di essere chiuso nella parte
dietro di questa cascata, sono immerso nello stato d’animo molto puro, come se
fossi nell’inizio dell’allenamento ascetico d’estate.
N.B: A proposito, Sora è il nome d’arte come il poeta di Haiku.