Okuno Hosomichi,
il viaggio per Touhoku, nord-est in Giappone, scritto da Matsuo Bashou
Il diario di
Bashou (1)
Il tempo è
l’eterno viaggiatore e anche l’anno che è passato e quello che viene, sono i
viaggiatori. Nel mondo umano, il barcaiolo che passa la vita nella barca e il
conducente di un cavallo da soma che cammina sempre sulla strada, viaggiano
ogni giorno, e si può dire che loro vivono viaggiando.
Nel vecchio
tempo, ci sono stati tanti che hanno finito la loro vita in via del viaggio.
Anche io, non so
da quando, mi capitava di non poter frenarmi del desiderio per il vagare, come
se i nubi sparse corrano senza meta dal vento. E dopo aver errato sulla riva
del mare, all’autunno dell’anno scorso, mi sono stabilito stentatamente nella
casa povera vicino al fiume Sumida (situato in Edo, presente Tokyo), togliendo
le ragnatele. E cosi, è finito l’anno scorso.
Tuttavia, appena
cominciato questo anno, mi è venuta l’agitazione per il desiderio di viaggiare
per Touhoku, guardando il cielo che è ricoperto dalla nebbia di primavera. E
come se mi sia impossessato della divinità protettrice della strada, quasi mi
sono impazzito per il viaggio.
Io quindi, ho
rammendato uno strappo alle mutande lunghe, cambiato lo spago del copricapo di
falasco e cauterizzato con moxa (l'assenzio selvatico seccato e reso cotonizzato, come si vene nella foto di sopra) su Sanri (la parte incavata sotto il ginocchio,
si dice che, se cauterizzi con moxa su questa parte, sarebbe molto efficace per
tutti i tipi di malattia). E dopo aver fatto la preparazione così, il mio cuore
ha già volato fino alla luna di Matsushima (la zona famosa di Touhoku, per la
bellezza della vista).
Perciò, ho venduto mia casa e spostato alla villa di Sanpu (il nome dell’uomo che aiuta Bashou finanziariamente).