Okuno Hosomichi,
il viaggio per Touhoku, nord-est in Giappone, scritto da Matsuo Bashou
Il diario di
Bashou (2)
Prima di spostare
a quella villa, ho composto otto haiku, di cui l’una è come seguente:
Kusanotomo
Sumikawaruyozo hinanoie
(Traduzione: In questa
capanna povera, forse chi ci abiterà dopo di me, potrà ornare con Hina (le
bambole che si decorano in casa a 3 marzo, che è la festa per la bambina, come
si vede nella foto di sopra). Le quattro stagioni si cambiano sempre, e così,
anche l’abitante in questa capanna cambia.)
E l’ ho appeso
alla colonna della casa e me ne sono andato col cuore di dispiacere nel
separarmi da qui (N.B: i resti 7 Haiku, purtroppo non ci sono più).
Al 27 di marzo, quasi
l’ultimo giorno a questo mese, il cielo all’alba si vedeva vagamente e anche la
luna è biancastra. In questa poca luce, si vede debolmente la sagoma del monte
Fuji. Ormai i fiori di ciliegio a Ueno e Yanaka (due posti famosi per la
bellezza della fioritura di ciliegio in Edo) sono già caduti e mi sento
insicuro se io li possa vedere ancora o no, in un giorno. E con questo pensiero,
io, con il mio compagno chiamato Sora (uno dei discepoli di Bashou), sono partito con la barca sul fiume
Sumida (il fiume che corre nella parte d’est in Edo, di totale lunghezza di 25 km).
I miei amici sono
stati alla mia dimora da ieri e anche loro, stando insieme a me nella barca, sono
venuti fino all’approdo. Io quindi, sono potuto stare con loro ancora circa 10
km di percorso. E alla fine, io e Sora siamo scesi dalla barca a Senju che è il
luogo della prima sosta del nostro viaggio.
E così, il primo
passo del nostro viaggio è cominciato.
C’è ancora molta
strada da fare per noi. Pensandone, mi sono sentito depresso per la tristezza e
il timore. Ma, ho cominciato a camminare con le lacrime, come se l’eremita stesse
per lascare il mondo reale.
Yukuharuya
Torinakiuono Mewanamida
(Traduzione: La
primavera sta per passare, e anche io sto per lasciare i miei emici. Per
tristezza della separazione, mi spuntano le lacrime agli occhi. In qualche
modo, mi sento della tristezza dal canto dell’uccello e mi pare che gli occhi
del pesce siano bagnati dalla lacrima.)
Componendo così il primo Haiku del mio viaggio, ho cominciato a camminare, ma il mio passo è pesante. Anche i miei amici mi seguivano con lo sguardo senza andarsene, quindi la loro sagoma ridotta mi restava agli occhi per lungo tempo.
(P.S: Il cognome di Bashou è Matsuo, e quello di Sora è Kawai.)