La scena della funzione buddista di oggigiorno |
Makura no Soushi (165)
~ Il primo saggio in Giappone,
scritto da Sei Shonagon ~
Il testo (164)
Cento trentèsimo (1)
L’imperatrice, per il suo defunto
padre, cioè il sig. Michitaka, al giorno 10 d’ogni mese, faceva celebrare una
funzione commemorativa buddista. E, in un certo anno, al 10 di settembre, lei
ha fatto questa funzione come al solito quando lei è stata in Shiki no Mizoushi
(consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 69 ~”).
A questa occasione, ci sono venuti
tanti nobili di classe alta. E un monaco, chiamato Seihan, ha tenuto una
predica tanto bella quanto da strappare la tristezza da noi. Perciò, anche le ancelle giovani che
non c’entrano nella fugacità del mondo, non hanno potuto che piangere.
Finita la funzione, si è tenuta una
banchetta e la gente ha cominciato a recitare la poesia. Allora, il sig.
Tadanobu, a quest’ora era il capo di Kuroudo, ha recitato come seguente:
“Tsuki Akito Kishite Mi Izukuka”
(La traduzione:
La luna brilla nel cielo d’autunno
ad ogni anno, ma se la persona che ammirava la bellezza della luna, fosse
andata via una volta all’altro mondo, non torna più.)
Era veramente suggestiva!
Come mai lui ha potuto recitare la
poesia proprio adatta a questa occasione? Ero molto commossa e sono andata
subito vicino all’imperatrice. Allora lei mi ha detto:
“Era veramente bella quella poesia!
Forse lui l’avrà preparata da tempo per la funzione d’oggi.”
E io le ho detto:
“Ci sono venuta proprio per dirne
alla sua Maestà. Mi pareva che sia tanto commovente quella poesia.”
Allora lei mi ha detto: