Due foto del castello giapponese |
Ugetsu
Monogatari 3 (la storia della pioggia e luna)
~
scritto da Akinari Ueda ~
Kikka no Chigiri (la promessa del crisantemo)
~ 3 ~
L’ammalato, guardando Samon con gli occhi
desiderosi di compagnia, ha detto:
“Per favore, datemi un bicchiere d’acqua
calda.”
Samon, avvicinandosi a lui, ha detto:
“Non vi preoccupate più. Certo che io vi
salverò.”
E lui ha scelto le erbe medicinali insieme il
padrone e, mischiandole nella maniera giusta da se stesso, le ha dato
all’ammalato poi anche il riso in bianco stracotta.
Il suo modo di curare era veramente gentile e
assiduo, come se fosse per la sua famiglia.
L’ammalato è tanto grato a Samon quanto
piangeva e ha detto:
“Io non ci ho parola da ringraziare per la
vostra gentilezza che avete dato un sconosciuto come me. Io certamente
dimostrerò la mia gratitudine a voi, anche se io muoia ora.”
Samon, fermandolo, ha detto con molta
sincerità:
“Non diventate pessimista. Di solito,
l’epidemia ha il suo limite e se voi lo passiate, non vi sarà più il pericolo vitale.
Comunque, io ci verrò ogni giorno per curarvi.”
Poiché Samon ha fatto la cura cordiale come
aveva detto prima, lo sconosciuto è guarito pian piano. Lui ha ringraziato al
padrone di casa e poi, dopo aver domandato la professione di Samon con molto
rispetto, ha spiegato la situazione di se stesso come seguente:
“Io mi chiamo Akana Soemon, nato a Matsue nel
paese Izumo (la presente provincia Shimane), ma essendo un po’ un esperto della
strategia, lavoravo come il consigliere militare nel castello di Tomita (una
zone in Shimane). Ma un giorno, ero ordinato dal mio padrone di visitare il
sig. Sasaki, il governatore del paese Ohmi (la presente provincia Shiga, vicino
a Kyoto), come il messaggero segreto. Durante il mio soggiorno a Ohmi, il sig.
Amako, ex-governatore di Tomita, ha assalito improvvisamente il mio signore e
lui è morto combattendo. Poiché Tomita è uno di territori del sig. Sasaki in
origine e il mio signore era il delegato suo, ho chiesto di mandare i soccorsi
al sig. Sasaki per riprendere il castello. Ma Sasaki è l’uomo timido e vile nel
cuore, dimostrando l’eroe all’apparenza, non solamente non mi ascoltava ma anche mi
ha forzato di fermare nel suo castello. Io quindi, me la filavo furtivamente da
solo per tornare a Tomita, pero in via, mi sono ammalato malgrado. Io vi ringrazio
di cuore per la vostra cura cordiale e sicuramente vi contraccambierò una
gentilezza.”