mercoledì 18 maggio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (114)


Due foto del castello giapponese


Ugetsu Monogatari 3 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Kikka no Chigiri (la promessa del crisantemo) ~ 3 ~

L’ammalato, guardando Samon con gli occhi desiderosi di compagnia, ha detto:

“Per favore, datemi un bicchiere d’acqua calda.”

Samon, avvicinandosi a lui, ha detto:

“Non vi preoccupate più. Certo che io vi salverò.”

E lui ha scelto le erbe medicinali insieme il padrone e, mischiandole nella maniera giusta da se stesso, le ha dato all’ammalato poi anche il riso in bianco stracotta.

Il suo modo di curare era veramente gentile e assiduo, come se fosse per la sua famiglia.

L’ammalato è tanto grato a Samon quanto piangeva e ha detto:

“Io non ci ho parola da ringraziare per la vostra gentilezza che avete dato un sconosciuto come me. Io certamente dimostrerò la mia gratitudine a voi, anche se io muoia ora.”

Samon, fermandolo, ha detto con molta sincerità:

“Non diventate pessimista. Di solito, l’epidemia ha il suo limite e se voi lo passiate, non vi sarà più il pericolo vitale. Comunque, io ci verrò ogni giorno per curarvi.”

Poiché Samon ha fatto la cura cordiale come aveva detto prima, lo sconosciuto è guarito pian piano. Lui ha ringraziato al padrone di casa e poi, dopo aver domandato la professione di Samon con molto rispetto, ha spiegato la situazione di se stesso come seguente:


“Io mi chiamo Akana Soemon, nato a Matsue nel paese Izumo (la presente provincia Shimane), ma essendo un po’ un esperto della strategia, lavoravo come il consigliere militare nel castello di Tomita (una zone in Shimane). Ma un giorno, ero ordinato dal mio padrone di visitare il sig. Sasaki, il governatore del paese Ohmi (la presente provincia Shiga, vicino a Kyoto), come il messaggero segreto. Durante il mio soggiorno a Ohmi, il sig. Amako, ex-governatore di Tomita, ha assalito improvvisamente il mio signore e lui è morto combattendo. Poiché Tomita è uno di territori del sig. Sasaki in origine e il mio signore era il delegato suo, ho chiesto di mandare i soccorsi al sig. Sasaki per riprendere il castello. Ma Sasaki è l’uomo timido e vile nel cuore, dimostrando l’eroe all’apparenza, non solamente non mi ascoltava ma anche mi ha forzato di fermare nel suo castello. Io quindi, me la filavo furtivamente da solo per tornare a Tomita, pero in via, mi sono ammalato malgrado. Io vi ringrazio di cuore per la vostra cura cordiale e sicuramente vi contraccambierò una gentilezza.”