Okuno Hosomichi, il viaggio per Touhoku, nord-est in Giappone, scritto da
Matsuo Bashou
Il diario di Bashou (40)
Finora, ho già visto
tutta la bellezza di Tohoku, cioè quella del mare, della terra, della montagna
e del fiume. E ormai, il mio cuore mi sollecita di andare a Kisakata (situato
nella presente provincia Akita, e questo posto era molto famoso per la bella
vista, che è spesso diventato il tema di Waka dal tempo antico) che adoro io.
Dal porto di Sakata,
alla direzione dell’est-nord, abbiamo camminato passando la montagna e la
spiaggia, calpestando il terreno sabbioso. La distanza di questo itinerario è
circa 37.5km.
Quando è cominciato appena
a tramontare all’ovest, siamo arrivati al posto da cui si vede il monte Chokai
(il vulcano situato all’estremità di nord-ovest nella provincia Yamagata, che è
vicino al confine fra Yamagata e Akita, dell’altitudine 2236m). Allora, la
brezza marina soffia su la sabbia, e per la pioggia, il monte Chokai si vede
molto vagamente.
Noi quindi, abbiamo
camminato a tastoni nel buio, pensando che, anche la pioggia ci fa sentire un
certo sapore. Il letterato cinese Su Shi, vissuto nel undicesimo secolo, ha detto
così.
Perciò io ho pensato che
la vista dopo aver piovuto sia più bella. Sperando così, questo giorno, abbiamo
deciso di stare nella capanna di un pescatore fino quando fa bel tempo.
La mattina seguente, il
cielo è molto sereno e quando il sole sorge, noi siamo saliti nella barca e ci
siamo diretti verso Kisakata. Prima di tutto, siamo arrivati all’isoletta in
cui Nouin (il monaco e il compositore famoso di Waka, vissuto nel decimo
secolo) ha passato la vita come l’eremita per tre anni.
Poi dopo, siamo sbarcati
alla riva opposta. In questa zona, si trova il ciliegio vecchio di cui il
monaco Saigyo (consultate per favore “L’etichetta Saigyo”) ha composto una Waka
come seguente:
Kisakatano
Sakurawanamini Uzumorete Hananouekogu Amanotsuribune
Traduzione: Il ciliegio
di Kisakata è sepolto nella onda e la pescatrice rema la sua barca sui fiori.
Su questo ciliegio sono rimasti ancora i segni del vecchio tempo, davvero!