Sopra, la cucina Oseci e sotto, le scatole laccate da disporre Oseci |
Il piatto Oseci
Oseci originalmente significava un
piatto da cucinare nel giorno di ogni Sekku. Nel periodo vecchio, la gente
preparava un piatto speciale per offrire alla Divinità e poi dopo per mangiare
festeggiando ogni Sekku. Ma nel periodo Edo (1603~1867), è diventato un piatto
da preparare solo nel Capodanno. Il nome Oseci quindi, deriva da Sekku, cioè Sekku
si compone di due lettere ideogrammi di Setsu e Ku. E l’ideogramma Setsu si
pronuncia anche “Seci” invece “O” è la parola cortese, perché il piatto da preparare
per offrire alla Divinità.
Questo Oseci si prepara nelle diverse scatolette
fatte di legno laccato come si vede nella foto di sopra, e queste scatolette
sono ammucchiate in modo che tutte le cose auguri si ammucchiano.
E gli ingredienti sono:
La soia nera, l’alga marina, l’uovo
fritto, il pesce, l’uovo di aringa, i pescetti, la castagna, le verdure cotte
ecc. Ed ogni ingrediente ha un certo significato, come la salute, la vita
lunga, la felicità, la prosperazione della famiglia e i suoi discendenti ecc.
Comunque, tutti i piatti sono
preparati fino alla fine dell’anno per conservare a lungo abbastanza, in modo
che si mantengano durante alcuni primi giorni di gennaio. Perché anche la casalinga deve
riposare, non stando nella cucina almeno al Capodanno. Questo sistema è proprio
non solo per le donne ma anche per far riposare la Divinità del fuoco durante
il Capodanno.
Tuttavia, oggigiorno, l’abitudine è
un po’ cambiata e ci sono tante genti cha ordinano Oseci al fornitore. È
logico!
Ormai anche le donne lavorano,
quindi, sarà duro per loro di cucinare le varie cose nei pochi giorni alla fine
dell’anno.
Comunque, il costume vecchio si sta
abbandonando pian piano in Giappone. Forse questo non sarà il problema di solo noi
giapponesi. Tuttavia, ancora noi mangiamo ogni Capodanno “Oseci” sia fatto in
casa sia comprato da un fornitore e anche “Moci”(una specie della pasta di
riso, e anche questo è un cibo tradizionalmente mangiato nel Capodanno). È meno male!
Forse noi, che viviamo nell’epoca
attuale, dovremo cercare la strada di far coesistere la cosa vecchia e quella
nuova, non buttando via tutte le cose vecchie come l’abitudine sorpassata.