domenica 13 dicembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (69)


Due foto della statua del monaco Musou Kokushi


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (33)

Il diavolo antropofago (1)


Una volta, quando il monaco dello Zen, chiamato Musou Kokushi (vissuto 1276 ~ 1351) viaggiava da solo nel paese Mino (una parte della presente provincia Gifu), si è perso tra i monti. Lui, dopo aver errato qua e là per lungo tempo, ha quasi rinunciato di trovare l’alloggio questa sera. 

A quel momento, lui ha potuto trovare un piccolo tempio buddista sulla collina brillata dall’ultima luce del tramonto. Questo tempio sembrava abbandonata, ma comunque sia, lui vi è arrivato camminando in fretta. Poiché c’è stato un vecchio monaco, Musou Kokushi gli ha chiesto di offrirgli l’alloggio per una notte.

Il vecchio monaco pero, l’ha rifiutato, ma invece di ciò, gli ha indicato un villaggio, situato nel valle vicino, in cui c’era la possibilità di trovare l’alloggio e il pasto.

Era veramente il piccolo villaggio, consistito di dodici o tredici case. Musou era accolto cortesemente nella casa del capo villaggio, a cui radunavano quaranta o cinquanta uomini. A Musou era offerta una piccola camera isolata e anche il pasto. Era ancora all’inizio della serata, ma poiché lui era tanto stanco, si è coricato subito sul letto.

A mezzanotte pero, lui ha sentito il pianto di qualcuno nella stanza vicina. Proprio da questo pianto, lui era svegliato.

Fra un momento, è aperta la porta scorrevole della camera di Musou e entrato un uomo giovane con la lampada portabile. Lui, inchinandosi riverentemente fino al pavimento, ha detto:


“Signor monaco, vi chiedo perdono di dire questo, ma devo parlarlo per forza. Io sono il padrone di questa casa da oggi, cioè fino a ieri, ero non è altro che il primo figlio. Voi siete venuto tanto gentilmente a trovarci e sembra che siete molto stanco, quindi non osavo a dirvi prima. Ma, dicendo verità, è morto mio padre alcune ore fa. Tanti uomini che voi avete visto in questa casa, sono venuti per la cerimonia religiosa della veglia funebre da tutta la parte nel villaggio. D’ora, noi tutti quanti dobbiamo andare all’altro villaggio che dista circa un Ri (l’unità della distanza nel vecchio tempo, circa 3.9km) da qui. Questo è l’usanza del villaggio da molto tempo. Noi non dobbiamo stare nel villaggio quando qualcuno è morto. Perciò, noi, dopo aver pregato facendo un’offerta, usciamo fuori tutti quanti lasciandoci solo il cadavere. Tuttavia, succede sempre il fenomeno strano sul cadavere lasciato da solo. Io vi direi quindi, di venire con noi all’altro villaggio.  Riguardo all’alloggio, se ne troverà facilmente anche là. Ma voi siete il monaco, quindi, non avrete nessuna paura di fantasma o mostro e via. Allora, se per voi va bene, potete anche rimanere in questa casa con il cadavere. È molto modesta mia casa, ma accomodatevi per favore. Comunque, se voi non siate il monaco, io vi chiederei di venire con noi ad ogni costo….”.