Due scene di Utagaki |
Volume terzo (31)
Yamabeno Muraji Odate, ascoltando questo canto, si è tanto
sorpreso quanto cadere dal pavimento alla terra. E lui ha cacciato via subito
tutti i presenti dalla stanza e ha messo i due principi sul suo ginocchio col
pianto. Dopo, lui, raccogliendo il popolo, li ha fatto costruire un palazzo
temporaneo per l’abitazione di due principi. Poi ha mandato un messaggero sul
cavallo veloce a Yamato. La principessa Ihitoyo, la zia dei principi, era molto
contenta di averne saputo e ha chiamato loro due al suo palazzo Tsunosashi di
Katsuragi (in Nara).
Cosi questi due principi chiamati Woke e Oke erano accolti
come gli eredi dell’imperatore.
Un giorno, il principe Woke ha partecipato a una festa
chiamata “Utagaki” (Uta significa la canzone e gaki è il recinto).
(N.B:
Utagaki è un costume dei tempi antichi, cioè i giovani, radunandosi
o alla montagna o al mare, danzavano, mangiavano e cantavano alternativamente.
Quest’avvenimento è stato fatto in genere alla primavera e all’autunno ed era
l’occasione da pregare il raccolto abbondante oppure ringraziare a quello. E
poi era il posto in cui si poteva avere la libera relazione sessuale e anche
una maniera per fare una proposta di matrimonio nel vecchio tempo.)
Lui stava per chiedere la mano di una ragazza, ma un uomo
chiamato Shibi no Omi, l’antenato della famiglia Heguri (Shibi è il nome di un
uomo e anche vuol dire “il tonno”, Omi è il titolo e Heguri è una zona in Nara
e anche il cognome del potente in questa zona), era entrato in Utagaki prima e
ha preso la mano di questa ragazza, chiamata Ofuo, figlia di Uda (il cognome di
una famiglia potente e anche il toponimo in Nara) no Obito (il titolo).
Allora, anche Woke era entrato in Utagaki. Shibi,
guardandolo, ha cantato:
“È inclinato un angolo della gronda del palazzo là.”
Dopo aver cantato cosi, Shibi ha chiesto al principe di
cantare la continuazione, quindi lui ha fatto:
“Poiché il capo dei falegnami non è bravo, l’angolo è
inclinato.”
Shibi, ha cantato di nuovo:
“Il principe non si è preparato mentalmente, perciò non può
entrare nella siepe cinta tante volte severamente che era costruita da me, il
vassallo della corte imperiale.”