Tsurezure Gusa (138)
Quando un nobile chiamato Tamekane,
calunniato da un suo nemico, è arrestato dal governo shogunato di Kamakura, Hino
Suketomo ha detto vedendolo:
“Oh, io lo invidio davvero! Anche io,
come un uomo, vorrei essere così, come la prova di aver vissuto in questo
mondo!”
N.B: Non è facile di interpretare
questa sezione anche per me. Ma, secondo la spiegazione di un studioso, lui,
Suketomo che voleva abbattere il governo shogunato di Kamakura, ha espresso la
sua risoluzione di farne rischiando la
sua vita.
Un giorno, Suketomo si è riparato
dalla pioggia sotto la porta del tempio buddista Toji (un grande tempio situato
all’ ingresso della città di Kyoto), e ha visto un gruppo degli invaliti. All’inizio,
lui li guardava pensando che loro sono gli esseri apprezzabili e senza pari,
per la loro forma strana. Ma lui ha perso subito l’interesse e cambiato idea,
convincendosi che fosse meglio la cosa normale e comune, anzi che la cosa
troppo rara.
Lui, abitualmente amava la pianta
da giardino di cui i rami e i trochi sono storti e singolari, pero, si è
convinto che queste piante siano uguali di quelli invalidi. E lui si è accorto
che aveva amato la cosa molto eccessiva fino ora, e ha buttato tutte le piante
da giardino.
Io (l’autore Kenkou) ho simpatia
per lui.
N.B:
Anche questa frase è un po’ difficile da interpretare, ma si capisce almeno che Suketomo si è accorto di aver chiesto la cosa rara e insolita in qualsiasi campo fino a certo momento e lui, dopo di che, ha cambiato idea decisamente.