Due illustrazioni dell'immagine della Vega e l'Altair |
La serie della letteratura
giapponese ~ 203~
Makura no Soushi (203)
~ Il primo saggio in Giappone,
scritto da Sei Shonagon ~
Il testo (202)
Cento cinquantesimo sesto (4)
Sarebbe molto bella se uno si
ricordi bene la cosa che è passata tanto tempo prima. Soprattutto, nel caso
della donna, lei difficilmente la dimentica, ma, l’uomo solitamente non è così.
Nel caso dell’uomo, lui facilmente dimentica tutto quello che è passato, anche
se sia la poesia composta da lui stesso.
Ma il sig. Tadanobu è bravo
davvero!
Le mie colleghe e anche gli amici
di Tadanobu pero, si guardavano l’un l’altro con la faccia un po’ sbalordita,
non capendo il significato di conversazione fra il sig. Tadanobu e io. È logico.
Il perché è come seguente:
Verso il primo aprile di questo
anno, noi ancelle chiacchieravamo con i tanti nobili vicino al corridoio di
Tokaden (il posto dove è stata l’imperatrice), naturalmente tramite
l’avvolgibile. Ma, con la notte inoltrata, uno per uno se ne andava, e sono
rimasti solo tre uomini cioè il sig. Tadanobu e il suo amico Minamoto no
Nobukata, e poi un altro.
Noi, quindi, parlavamo di questo e
quello e poi, recitavamo il sutra e poesia. Mentre si divertivamo così, uno ha
detto:
“Ormai la notte è finita. Andiamo
via.”
Allora, il sig. Tadanobu ha
recitato una frase della poesia che si trova in una antologia, come seguente:
“Tsuyuwa Wakareno Namida Narubeshi”
(La traduzione:
La rugiada della mattina, sarà la
lacrima d’addio.)
E il sig. Nobukata, appena la
sentito, l’ha recitato insieme Tadanobu, con la voce molto sonora e bella.
Io pero, non potendo frenarmi di
voler canzonare loro, ho detto:
“Ma che! È troppo presto per la
festa della Via Lattea.”
(N.B:
In quella poesia sopradetta, non c’è
scritto chi deve dire addio, ma il titolo di poesia è “Questa poesia è composta
al giorno 7 di luglio, basando su la leggenda della Vega e l’Altair.”
E questa leggenda deriva da un
romanzo scritto in vecchia Cina, cioè una tessitrice brava che tesseva il
vestito per l’imperatore. Poiché lei è stata sempre sola, l’imperatore, compatendo
il suo stato, ha fatto sposare con un vaccaio. Allora, lei, essendo felice di
vivere con lui, ha cominciato a trascurare la tessitura. L’imperatore quindi, se
n’è arrabbiato, e ha fatto separare loro a due lati della Via Lattea e ha dato
il permesso di incontrare solo una notte all’anno, il 7 di luglio. Allora,
questa notte, il vaccaio (l’Altair), passando la Via Lattea, può vedere sua
moglie (la Vega) e deve andare via alla mattina prossima. “Addio” in questa
poesia quindi, naturalmente rappresenta la tristezza della separazione di loro.
Shonagon sapeva questo aneddoto e
anche la poesia, perciò ha preso in giro Tadanobu, dicendo che la poesia che ha
recitato lui, era di fuori stagione.
Tadanobu, ricordandosi di ciò, ha risposto
a Shonagon di comporre la poesia dell’aprile per la festa della Via Lattea al
contrario.)