mercoledì 20 marzo 2019

La serie della letteratura giapponese ~ 203~


Due illustrazioni dell'immagine della Vega e l'Altair




La serie della letteratura giapponese ~ 203~


Makura no Soushi (203)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (202)

Cento cinquantesimo sesto (4)

Sarebbe molto bella se uno si ricordi bene la cosa che è passata tanto tempo prima. Soprattutto, nel caso della donna, lei difficilmente la dimentica, ma, l’uomo solitamente non è così. Nel caso dell’uomo, lui facilmente dimentica tutto quello che è passato, anche se sia la poesia composta da lui stesso.

Ma il sig. Tadanobu è bravo davvero!

Le mie colleghe e anche gli amici di Tadanobu pero, si guardavano l’un l’altro con la faccia un po’ sbalordita, non capendo il significato di conversazione fra il sig. Tadanobu e io.  È logico.

Il perché è come seguente:

Verso il primo aprile di questo anno, noi ancelle chiacchieravamo con i tanti nobili vicino al corridoio di Tokaden (il posto dove è stata l’imperatrice), naturalmente tramite l’avvolgibile. Ma, con la notte inoltrata, uno per uno se ne andava, e sono rimasti solo tre uomini cioè il sig. Tadanobu e il suo amico Minamoto no Nobukata, e poi un altro.

Noi, quindi, parlavamo di questo e quello e poi, recitavamo il sutra e poesia. Mentre si divertivamo così, uno ha detto:

“Ormai la notte è finita. Andiamo via.”

Allora, il sig. Tadanobu ha recitato una frase della poesia che si trova in una antologia, come seguente:

“Tsuyuwa Wakareno Namida Narubeshi”

(La traduzione:
La rugiada della mattina, sarà la lacrima d’addio.)

E il sig. Nobukata, appena la sentito, l’ha recitato insieme Tadanobu, con la voce molto sonora e bella.

Io pero, non potendo frenarmi di voler canzonare loro, ho detto:

“Ma che! È troppo presto per la festa della Via Lattea.”

(N.B:

In quella poesia sopradetta, non c’è scritto chi deve dire addio, ma il titolo di poesia è “Questa poesia è composta al giorno 7 di luglio, basando su la leggenda della Vega e l’Altair.”
E questa leggenda deriva da un romanzo scritto in vecchia Cina, cioè una tessitrice brava che tesseva il vestito per l’imperatore. Poiché lei è stata sempre sola, l’imperatore, compatendo il suo stato, ha fatto sposare con un vaccaio. Allora, lei, essendo felice di vivere con lui, ha cominciato a trascurare la tessitura. L’imperatore quindi, se n’è arrabbiato, e ha fatto separare loro a due lati della Via Lattea e ha dato il permesso di incontrare solo una notte all’anno, il 7 di luglio. Allora, questa notte, il vaccaio (l’Altair), passando la Via Lattea, può vedere sua moglie (la Vega) e deve andare via alla mattina prossima. “Addio” in questa poesia quindi, naturalmente rappresenta la tristezza della separazione di loro.

Shonagon sapeva questo aneddoto e anche la poesia, perciò ha preso in giro Tadanobu, dicendo che la poesia che ha recitato lui, era di fuori stagione.

Tadanobu, ricordandosi di ciò, ha risposto a Shonagon di comporre la poesia dell’aprile per la festa della Via Lattea al contrario.)