Sopra è un esempio di Kanji Sotto è HIragana (cosi capirete la defferenza fra due lettere) |
~ Il primo saggio in Giappone, scritto da
Sei Shonagon ~
Il testo (72)
Settantesimo otto paragrafo (2)
Tuttavia, pensando che non sia la
cosa urgente, gli ho detto:
“Tu va via. Io scriverò la risposta
dopo.”
E, mettendola in seno, sono entrata
nel fondo. Mentre parlavo con le mie
colleghe come prima, quel funzionario è ritornato subito e detto:
“Il signor Tadanobu mi ha ordinato
di riportare quella lettera, se voi non risponderete adesso. Perciò, mi date
subito la vostra risposta, se no, mi restituite la lettera.”
Che strano!
Lui Tadanobu una volta mi ha
mandato la lettera, e poi, mi chiede di restituirla.
Comunque, io l’ho aperta e trovato
una scrittura bellissima sulla carta sottile di blu. Il contenuto non era la
faccenda sulla rottura della nostra amicizia che io aspettavo, invece era
scritta una poesia composta da Bai Ju-yi (consultate per favore “La serie
della letteratura giapponese ~ 71 ~”),, come seguente:
“RANSHO NO HANA NO TOKI NISIKI NO
TOBARI NO MOTO
(Significa: Voi svolgete un ruolo
importante nel mondo politico alla citta.)
Il seguito per favore!”
Io ero assorta nei miei pensieri un
po’, pensando come potevo rispondere. Se l’imperatrice stia svegliata, potevo
chiederle consiglio, ma non ne era possibile. Poi, io, sapendo il seguito, non l’ho
voluto scrivere direttamente cosi come è, perché mi pareva che manchi un po’ di
arguto. Poi sarà anche un po’ brutto se io scrivo il seguito di questa poesia
tutto in Kanji (l’ideogramma cinese) come una donna.
(N.B: A questo periodo
Heian, gli uomini scrivevano sia la poesia sia il loro diario tutto in Kanji,
come l’uomo colto. Invece se la donna scrisse tutto in Kanji, era considerata
una sapientona, quindi la donna di solito usava HIragana, le fonetiche sillabate.
E a proposito, il seguito è come seguente:
ROZAN NO AME NO YORU SOUAN NO UCHI
Significa: Io abito da solo nella
capanna povera in Rozan (il nome di un posto montagnoso in Cina), che è lontano
dai posti abitati e chi visiterà da me? Non ci sarà nessuno. Alla notte, quando
piove mi sento più solitudine ma agio.)
Tuttavia, poiché il funzionario mi
sollecita una risposta molto spesso, io, per il momento, ho scritto sulla parte
in bianco di stessa carta che mi aveva dato, con il carbone spento nel focolare
come seguente in Hiragana:
Kusano Ioriwo Dareka Tazunen
(Questo non è poesia cinese ma una
parte di Waka che era conosciuta a questa epoca, che significa: Chi visiterà la capanna cosi povera?)
E l’ho data al funzionario ma, non
mi ha dato nessuna risposta dopo.