Due illustrazioni della scena dell'inferno |
Makura no Soushi (71)
~ Il primo saggio in Giappone, scritto da
Sei Shonagon ~
Il testo (70)
Settantasettesimo paragrafo
(I paragrafi 75,76 sono saltati)
Il giorno dopo di una cerimonia
buddista, l’imperatore ha fatto vedere all’imperatrice il paravento su cui è
dipinta la scena dell’inferno. È veramente grottesca e orribile! L’imperatore
pero, mi ha detto apposta di vederla. Io ho risposto di no, e subito sono
ritirata alla mia stanza e ho dormito.
Questo giorno, ha piovuto e
l’imperatore che è un po’ annoiato, ha fatto suonare la musica chiamando i
nobili suonatori. Soprattutto chi ha suonato Biwa (lo strumento giapponese che
somiglia al liuto) è bravissimo. Poi anche l’armonia di tre diversi tipi di
flauto è affascinante. Quando una musica è finita, il fratello dell’imperatrice
ha recitato una poesia cinese che adatta molto all’atmosfere d’allora, che
significa:
“La musica di Biwa è finita e io ho
chiesto il nome del suonatore, ma, mi risponde difficilmente.”
(Questa poesia è una frase di
quella composta da Bai Ju-yi, il poeta cinese che è vissuto da 772 a 846 e
all’epoca di Heian in Giappone, è stata amata molto la poesia sua fra i
nobili. Questa poesia era composta da
Bai Ju-yi, quando lui ha sentito il suono di Biwa da un barco all’occasione in
cui è stato sulla riva di un fiume per salutare l’amico suo.)
Io che avevo dormito fino a questo
momento di nascosto, non ho potuto più rimanere ferma nel letto, perché
m’interessavano troppo sia la musica sia la poesia recitata dal fratello
dell’imperatrice.
Io quindi, mi sono alzata e venuta
avanti a loro dicendo:
“Ho paura molto della scena
dell’inferno, ma, sono troppo debole di questo genere del raduno tanto
magnifico. Il mio carattere di questa non cambierà mai.”
E tutti ridevano.