Due foto della campana |
Makura no Soushi (66)
~ Il primo saggio in Giappone, scritto da
Sei Shonagon ~
Il testo (65)
Settantesimo paragrafo
Quando incontro l’amante
furtivamente, l’estate è la più suggestiva. Poiché la notte d’estate è breve,
passiamo una notte senza dormire tenendo tutte le porte aperte come il giorno.
Perciò, sotto la luce dell’alba, possiamo anche vedere il giardino su cui
soffia la leggera brezza fresca. Ma per due innamorati, non basta di aver
parlato per tuta la notte, quindi, ancora continuiamo a parlare. A questo
momento, sopra la nostra testa vola via un uccello cantando, allora, ci sembra
come se fossimo visti da qualcuno il nostro incontro. Questo è anche non c’è
male!
Poi, alla notte freddissima in
inverno, quando sto a letto, si sente il suono della campana da un tempio
buddista vicino. Questo suono mi sembra come se giungesse dal fondo profondo di
una roba. È interessante anche questo.
Il canto del gallo mi sembra che
arriva da lontano perché questo canta mettendo il suo becco dentro le piume, ma
col sorgere del sole, si sente più vicino. È strano ma interessante.
Settantunesimo paragrafo
Quando un uomo, sia l’amante, sia
l’amico oppure sia un conoscente, visita il posto dove stanno le ancelle dopo
aver finito la sua faccenda nel palazzo imperiale, ogni tanto si diverte di
parlare con loro attraverso l’avvolgibile. Allora i suoi inservienti ci viene
spesso per studiare la situazione perché loro vogliono tornare a casa quanto
possibile presto. Poi, con l’aspetto seccante, dicono sbadigliando apposta:
“Aime, che lavoro duro! Dovremo
stare qui fino alla mezzanotte.”
È veramente antipatico. Non
s’importano gli inservienti stessi, ma, il valore di quel visitatore, mi pare
che abbassi. Perché credevo finora che lui fosse un personaggio eccellente non
solamente lui stesso ma anche nella maniera di educare i suoi inservienti.
Solitamente, gli inservienti per la
persona di alta classe non sono cosi. Invece quelli per il nobile di classe
media o bassa, sono quasi tutti come quelli suddetti. Quando un nobile esce
fuori, deve far seguire gli inservienti dopo aver accertato bene il loro
carattere.