mercoledì 27 aprile 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (108)


Due foto del tempio scintoista Akama
che è dedicato all'imperatore Antoku


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (72)

La storia di Hoichi senza le orecchie (8)

“Hoichi, ehi, Hoichi!”

I servitori hanno gridato:

“Sei imbrogliato, Hoichi!”

Ma, queste voci sembravano che non sfiorassero le sue orecchie. E Hoichi non faceva altro che raccontare a squarciagola la parte della battaglia a Dannoura, con tutti gli sforzi possibili, suonando Biwa.

I servitori, afferrando il suo corpo fortemente, hanno urlato con alta voce alle sue orecchie:

“Hoichi, ehi Hoichi, orsù, torniamo al tempio con noi.”

Allora, Hoichi ha detto a loro con la voce da rimproverare:

“Non fate la scortesia! Se voi facciate cose sgarbate avanti ai signori cosi nobili, sareste puniti severamente!”

Questa scena era tanto strana, ma tutti i servitori ridevano loro malgrado. Comunque, ormai era molto sicuro per loro, che Hoichi era ammaliato da qualche fantasma.

I servitori quindi, hanno portato Hoichi al tempio per forza. Il monaco ha fatto cambiare il suo vestito che era tanto bagnato e poi gli ha dato il cibo e la bevanda.


Dopo di che, il monaco gli ha chiesto di spiegare a tutti quello che lui aveva fatto fino ora. Hoichi pero, esitava ancora per alcuni momenti, poi, alla fine ha capito che il suo atto aveva dato sorpresa e arrabbia per il monaco cosi gentile. E soltanto a questa ora, ha deciso di non nascondere più e ha rivelato dettagliatamente tutto quello che era successo in questi ultimi giorni al monaco.

domenica 24 aprile 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (107)


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (71)

La storia di Hoichi senza le orecchie (7)

Hoichi ha risposto per fare il sotterfugio:

“Maestro, perdonatemi per favore. Io ci avevo un po’ da fare e ci voleva troppo tempo per finirlo entro la giornata.”

Il monaco si è sorpreso anzi che preoccuparsi, sentendo il modo di dire di Hoichi che non osava dire la verità.

“Forse non sarà un caso di ordinaria amministrazione. Ci dovrebbe essere un motivo. Può darsi che qualche demonio si sia impossessato di questo giovane cieco.”

Il monaco, cosi si è preoccupato che Hoichi poteva essere imbrogliato dal spirito malvagio.   

Allora, il monaco non dicendo più niente a questo momento, ha ordinato segretamente ai servitori di tenere d’occhio Hoichi, Lui ha chiesto a loro fortemente di seguire Hoichi dovunque andava la notte.

E la notte, si vedeva Hoichi che lasciava il tempio come previsto. I servitori quindi, seguivano Hoichi con la lanterna a mano.

Questa notte pero, era tanto tenebre perché pioveva e appena che i servitori arrivavano alla via principale, Hoichi era già scomparso. Forse lui aveva fretta molto.

Ma era stranissimo perché lui era cieco e inoltre, la strada era brutta.

Comunque, i servitori, camminando in fretta, hanno visitato una per una delle case che Hoichi normalmente visitava, pero, nessuno aveva la minima idea per la destinazione di Hoichi.

Dopo aver cercato completamente, i servitori tornavano al tempio lungo la spiaggia. E loro si sono veramente sorpresi, perché si sentiva il suono di Biwa dal cimitero del tempio.

La direzione del cimitero era proprio buia e come al solito, si vedevano solo alcuni fuochi fatui che ardevano qua e là.

Loro si affrettavano il passo per il cimitero. E hanno trovato finalmente Hoichi con la luce della lanterna, che stava dentro lì.

Hoichi, sotto una pioggia battente, stava seduto da solo avanti alla tomba dell’imperatore Antoku (quello che era affogato in giovane a Dannoura) e raccontava la parte della battaglia a Dannoura con la voce alta, suonando Biwa.


Attorno di Hoichi, cioè avanti o dietro o sulla pietra tombale, ardevano i fuochi fatui, come se fossero accesi le candele innumerevoli. Non era mai successo fino ora questo tipo di fenomeno che si vedevano i fuochi fatui cosi immensi agli occhi umani. 



Due foto dei fuochi fatui


mercoledì 20 aprile 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (106)


Due illustrazioni della partitura di Biwa

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (70)

La storia di Hoichi senza le orecchie (6)

E quando è arrivata la parte in cui l’imperatore giovane è affogato tenuto dalla sua nonna insieme tante altre ancelle, tutti gli uditori hanno emesso un grido lungo e doloroso e poi si sono sciolti in lacrime nella tristezza profonda.

Poiché il loro pianto era troppo forte, Hoichi si è sorpreso ancor di più per l’intensità del loro dolore che aveva provocato lui stesso. Il loro singhiozzo durava tento tempo, ma nel frattempo, man mano si è calmato e tornato di nuovo il silenzio intorno.

Fra poco, la voce di quella donna anziana ha detto:

“Tu sei bravo suonatore di Biwa, e anche narratore imparagonabile davvero! Lo sapevo dapprima, ma non ho mai pensato talmente eccellente. Il nostro signore è anche contentissimo e vuole darti un compenso. Poi ti ordina di venirci ogni sera per sei giorni d’ora in poi per raccontarci la storia di Taira.
Il nostro signore, dopo averla ascoltata, intende fare un viaggio. Tu quindi, vieni qui domani a stessa ora con quell’uomo che ti guida come oggi.
A proposito, io devo dirti una cosa, cioè tu non devi dire a nessuno di questa cosa, perché il nostro signore sta a Akamaga Seki in segreto. Perciò, ti sei obbligato a mantenere il silenzio, hai capito? Allora, tu puoi andare via adesso.”

Hoichi, dopo aver saltato bene, è arrivato preso per la mano da una ancella all’ingresso, e poi è tornato al tempio con quello Samurai. Questo uomo, dopo averlo accompagnato fino alla veranda del retro del tempio, è andato via.

Quando Hoichi è tornato al tempio, era già l’alba, ma nessuno ha notato che lui aveva lasciato il tempio tutta la notte. Perché il monaco soprintendente è tornato al tempio la notte inoltrata, credeva che Hoichi fosse addormentato.

Il giorno dopo, Hoichi è riuscito a dormire un po’ durante il giorno, ma comunque lui non ha rivelato mai dell’avvenimento a nessuno, che era successo questa notte.

Dunque, a mezza notte di questo giorno, è venuto ancora il Samurai al tempio e Hoichi è andato a stesso posto con lui. E Hoichi ha fatto grande successo come l’altra notte pero, questa volta si è notata la sua assenza dalla gente. E quando lui è ritornato al tempio la mattina, era chiamato dal monaco e lui ha parlato a Hoichi con tono dolce e persuasivo:

“Hoichi, noi ci eravamo preoccupati di te molto. Tu sei cieco, pero tu sei uscito fuori da solo la notte inoltrata. È troppo pericoloro! Come mai tu, prima di uscire, non me ne hai detto? Allora, potevo farti accompagnare almeno un servitore. Ma comunque, tu, dove sei stato fino ora?”

domenica 17 aprile 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (105)


Due figure della ancella nel tempo vecchio


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (69)

La storia di Hoichi senza le orecchie (5)

Si sentiva anche le voci di tanta gente che bisbigliava. Il loro modo di parlare sembrava proprio come quello che si usavano nella corte imperiale.

“Accomodati.”

Quando qualcuno ha detto a Hoichi, lui si è accorto che c’era preparata una stuoia rotonda avanti a se stesso. Mentre lui accordava il suo strumento, una voce dignitosa, che sembrava quella della ancella anziana gli ha detto:

“Il nostro signore vuole ascoltare il tuo racconto della famiglia Taira con il tuo Biwa.”

La storia della famiglia Taira pero, ci voleva tanto tempo per raccontare tutta, quindi, lui ha osato domandare:

“Questa storia è molto lunga e ci vuole troppo tempo per raccontare tutta. Allora, posso chiedere quale parte s’interessa di più il signore?”

La voce della donna anziana ha risposto:

“La parte della battaglia a Dannoura. Quella è la più commovente fra tutte.”

Hoichi quindi, ha cominciato a raccontare la parte del combattimento accanito sulla nave, alzando la voce.

Il suono di brattare, quello che le navi di guerra avanzavano, le frecce che suonavano al vento, il grido dei soldati, il rumore di passi che rimbombava, il fragore della spada che colpiva l’ermo, il suono che qualcuno cadeva nel mare….

Hoichi ha espresso ingegnosamente questi vari suoni con solo un Biwa.

Mentre lui raccontava, si sentivano tanti bisbigli attorno di lui:

“Che bravo!”

“Ho mai sentito il racconto talmente bello neanche nella città di Kyoto.”

“No, no, forse non ci sarà il narratore cosi bravo come Hoichi in nessun’altra parte.”

Hoichi, sentendo questi bisbigli, ha avuto più la voglia di raccontare bene e raccontato e suonato con tutte le forze. Gli uditori quindi, hanno ascoltato attentamente di più e in questo luogo regnava solo il silenzio fuorché la voce di Hoichi e il suono di Biwa.


Nel frattempo, il racconto avanzava pian piano e arrivato alla parte in cui succedeva la massima tragedia della famiglia Taira. 

mercoledì 13 aprile 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (104)


Due foto di Waraji
(sandali di paglia)

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (68)

La storia di Hoichi senza le orecchie (4)

A questa epoca, se un popolo ordinario ha ricevuto qualche ordine da Samurai, lui ha avuto molta difficoltà di rifiutarla. Hoichi quindi, ha messo subito Waraji (i sandali di paglia, usati nel tempo vecchio) e seguito Samurai portando Biwa. Questo Samurai, guidando Hoichi, gli ha detto spesso di affrettarsi di più. La sua mano che teneva quella di Hoichi sembrava quasi il ferro. E con il suo passi lunghi, si sentiva il suono che si toccavano le parti della sua armatura. Perciò Hoichi ha pensato che questo Samurai fosse una guardia per la persona dell’alta posizione.

Il terrore che Hoichi si sentiva all’inizio era man mano calmato. E nello stesso tempo, lui ha avuto un sentimento felice, perché si è ricordato la parola di Samurai, che ha detto poco prima “Il mio signore è l’altissimo rango.” Lui quindi, ha supposto che fosse chiamato da un principe o qualcuno della famiglia imperiale…..

Camminando ancora un po’, Samurai si è fermato improvvisamente. A Hoichi pareva di stare avanti alla porta grande.

“Strano, in questa zona, mi sembra che non ci sia la porta cosi grande altro che Amida-ji.”

Mentre lui aveva dei dubbi nel cuore, Samurai ha gridato di aprire la porta. Allora, si sentiva subito il suono del catenaccio staccato e loro due sono entrati dentro. Poi passando il giardino grande, sono arrivati di nuovo all’ingresso.

E questa volta ancora Samurai ha gridato:

“Ora, ho portato Hoichi. Venite a prenderlo.”

Allora, si sentiva il rumore di passi dal fondo, il suono di aprire la porta scorrevole e poi il chiasso delle donne.

Hoichi, ascoltando il modo di parlare delle donne, si è accorto che erano le ancelle della persona dell’altissimo rango. Tuttavia, lui non ha capito niente dove era portato.

Comunque, non c’era tempo da pensare. Lui, essendo preso per la mano da qualcuna fra di loro, è salito la scala e ordinato di togliere i sandali. Poi, essendo guidato sempre da una donna, lui ha passato il corridoio lungo e girato tante volte innumerevoli colonne, è arrivato al centro del salone grande.

“Forse in questo salone, ci saranno tante persone nobili.” Hoichi ha pensato cosi.


Il fruscio di vesti si sentivano come se suonassero al vento le foglie degli alberi nel bosco.  

domenica 10 aprile 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (103)


Due foto del suonatore di Biwa


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (67)

La storia di Hoichi senza le orecchie (3)

Una notte d’estate, il monaco ha dovuto visitare una famiglia che apparteneva alla sua parrocchia per servire alla veglia funebre. Poiché lui ha portato anche il suo discepolo, un ragazzo giovane che lavorava come cassiere, Hoichi restava al tempio da solo tranne alcuni servitori che abitavano nell'altra capanna. Era la notte calda umida e Houichi, in pigiama, è stato sulla veranda da cui si vedeva il giardino al retro del tempio a prima vista, per prendere il fresco.

Lui, aspettando il monaco, si sentiva un po’ solitudine e per svagarsi, ha cominciato a suonare Biwa. Passava cosi il tempo, ma il monaco non tornava. Hoichi pero, è rimasto ancora sulla veranda per rinfrescarsi.

A notte inoltrata, lui ha sentito un rumore di passi dalla parte della porta posteriore. Gli sembrava che qualcuno avvicinasse a lui passando il giardino. Appena notato di ciò, il rumore di passi si è fermato improvvisamente proprio avanti a lui. Tuttavia questo non era del monaco, perché la voce grande e potente ha chiamato il nome di Hoichi. Era il modo di chiamare molto arrogante e superbo, come se un Samurai chiamasse il suo servitore.

“Hoichi!”

“Sì” Hoichi ha risposto turbato per la voce minacciosa:

“Sono cieco e non capisco chi siete voi…”

“Non avere paura.” L’uomo sconosciuto ha detto con la voce un po’ intenerita:


“Io ho l’alloggio vicino qui e sono venuto da te per dirti una cosa. Cioè il mio signore è una persona di altissimo rango e lui dimora adesso in Akamagaseki con tanti vassalli. Oggi, il mio signore ha visitato appositamente la traccia della battaglia a Dannoura. Lui ha sentito dire che tu racconti bene la storia di questa battaglia con Biwa e vuol ascoltarti. Perciò tu, subito vieni con me al palazzo del signore con Biwa.” 

mercoledì 6 aprile 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (102)


Due foto di Biwa


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (66)

La storia di Hoichi senza le orecchie (2)

Vicino a questo tempio Amida-ji, era situato un cimitero in cui erano costruite alcune stele incise dei nomi dei Taira, che erano affogati con l’imperatore giovane. E ogni anno, all’anniversario della morte di loro, la gente faceva celebrare la funzione per consolare la loro anima.

Dopo essere costruiti il tempio e le stele, i fantasmi dei Taira hanno cominciato a diminuire la loro attività, ma ogni tanto succedevano le cose strane ancora. Questo significava che l’anima perduta di loro non era andata a Nirvana tutta quanta.

Centinaia anni prima da ora, abitava un non vedente, chiamato Hoichi, a Akamagaseki. Lui era famoso per la sua abilità come il suonatore di Biwa (un strumento antico che è simile a liuto). Lui ha imparato di raccontare la storia suonando Biwa dalla infanzia, e già da piccolo, era tanto bravo quanto più il suo maestro. Soprattutto, lui era molto conosciuto come il professionista di raccontare la storia di Taira e Minamoto.
Segnatamente, quando lui raccontava la scena della battaglia a Dannoura suonando Biwa, tutti lo ammiravano molto dicendo che anche il diavolo non poteva fare a meno di piangere.

Una volta, Hoichi fu tanto povero, ma fortunatamente ha potuto avere una persona che lo sosteneva. Questa persona era il monaco del tempio Amida-ji. Questo monaco amava molto la poesia e la musica, quindi, chiamando spesso Hoichi al tempio, ha voluto ascoltare il Biwa.

Poiché il monaco si è commosso alla abilità eccellente di questo giovane suonatore, gli ha fatto una proposta di abitare nel tempio insieme e Hoichi l’ha accettata volentieri.

Hoichi quindi, era offerto una stanza nel tempio e anche il pasto.  E il suo dovere era suonare Biwa per il monaco, solo quando non era impegnato. 

domenica 3 aprile 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (101)

La scena della battaglia a Dannoura

Presente Dannoura

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (65)

La storia di Hoichi senza le orecchie (1)

(Nota di spiegazione:

Ho scritto già una volta questa storia nel mio blog nella sezione “Intervallo (12)”, ma, la non era altro che un riassunto, quindi, cancellandola, scrivo la storia di nuovo secondo il testo originale di Yakumo Koizumi.)

Alla fine del 12° secolo, alla sponda di Dannoura del stretto Shimonoseki (si trova nella presente provincia Yamaguchi), è successa l’ultima battaglia decisiva fra Minamoto e Taira che si contendevano l’egemonia per lungo tempo.   

(N.B

Riguardo alla battaglia fra due famiglie Minamoto e Taira, consultate per favore “La storia di Samurai, soprattutto dalla sezione 7 alla 13”)

La famiglia Taira, a questa sponda di Dannoura, si è estinta completamente con l’imperatore giovane Antoku e altri tutti i membri della famiglia includendo i bambini e le donne.

Dopo di che, per 700 anni, la sponda di Dannoura e i suoi dintorni sono stati tormentati dal fantasma di Taira. Succedevano ogni tanto le cose strane in questa zona e si trovava anche il granchio che aveva la faccia umana proprio simile ai Samurai defunti di Taira.

Inoltre, apparivano migliaia delle palle di fuoco sulla costa a notte buia senza luna, che i pescatori chiamavano “Onibi (fuoco fatuo, in giapponese si chiama il fuoco dell’orco)”, oppure quando la bufera infuriava, sempre si sentiva dall’alto mare il grido orribile come se fosse successa la guerra.

A proposito, rispetto ad oggi, questo fenomeno strano era molto più attivo nel tempo vecchio. Per esempio, quando una nave passava l’alto mare, appariva il fantasma per affondarla oppure quando qualcuno nuotava nel mare, il fantasma stava aspettando sempre per affogarlo.


Perciò ad Akamagaseki (presente la città Shimonoseki, situata nella provincia Yamaguchi) era costruito un tempio buddista chiamato Amida-ji per consolare l’anima dei defunti della famiglia Taira.