mercoledì 9 marzo 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (94)


Due foto del parevento giapponese

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (58)

La storia di Aoyagi (3)

Quando la ragazza ha steso un po’ il suo collo avanti per servire il Sakè a Tomotada, lui si è sorpreso molto di aver notato di nuovo la sua bellezza, mai visto finora. Poi anche lui ha ammirato il suo comportamento molto elegante.

A questo momento, la vecchia gli ha chiesto scusa dicendo:

“Signore, mia unica figlia Aoyagi è cresciuta in questa zona talmente montuosa e lontana da posti abitati. Perciò non conosce bene la maniera giusta come la donna educata. Vene chiedo perdono.”

Tomotada ha risposto interrompendola:

“No, no! Io mi sento tanto felice di stare vicino a una ragazza cosi bella come lei.”

E lui ha continuato a osservarla a lungo finché lei diventava rossa per pudore. Tuttavia, lui non ha potuto ancora staccare i suoi occhi da lei. La vecchia, guardando che lui non toccava niente il cibo sul tavolino, ha detto:

“Signore, avrete freddo molto, perché siete stato lungo tempo fuori. Il nostro piatto è povero e forse non sarà piacevole per voi, ma vi prego, vene servite. E naturalmente anche il Sakè.”

Tomotada quindi, ha mangiato e bevuto tanto in modo che la coppia vecchia fosse contenta.

Ma, l’aspetto della ragazza timida e graziosa lo attirava sempre più.

Tomotada ha cominciato a parlare con lei. Il modo di parlare della ragazza allora, era tanto bello quanto il suo viso.

(Sarà sicuro che lei è cresciuta in montagna, ma, mi sembra che lei non sia la solita campagnola. Penso che i suoi genitori saranno stati di origine nobile, perché si vede una certa nobiltà da tutto ciò che lei si comporta.)

Tomotada ha pensato cosi, e non potendo resistere la gioia che gli è venuta nel cuore, ha composto improvvisamente una Waka per lei.

“Tazunetsuru Hanakatotekoso Hiwokurase Akenuninadoka Akanesasuran”

(Traduzione:

Già scende la sera mentre io cercavo il fiore bello. Adesso non è ancora sorto il sole del mattino, ma come mai voi siete arrossita?)