Due foto dell'elefante bianco |
Kwaidan
(la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (23)
Il senso comune (2)
Il cacciatore pero, mentre il monaco stava
facendo il servizio buddista, ha cominciato a dubitare l’avvenimento che poteva
succedere quella notte. E il suo dubbio, tanto più ne pensava quanto più
ingrandiva.
Lui quindi, quando ha visto il piccolo
monaco, assistente del tempio, gli ha domandato:
“Ho sentito dal tuo maestro che ci
apparisce Bodhisattva Fugen ogni notte, ma tu l’hai visto?”
“Si, l’ho già visto tante volte. Io
congiungo le mani cosi sempre per pregare a Bodhisattva Fugen.”
Il suo modo di parlare sembrava che non fosse
la bugia. Tuttavia, ascoltandolo, il cacciatore si sentiva aumentare di più il
suo dubbio.
“Questo ragazzo dice che l'ha visto davvero.... Comunque, lo capirò tutto fra poco.”
Pensando cosi, lui non vedeva l’ora di
vedere il Bodhisattva.
Un po’ prima di mezzanotte, il monaco ha
detto:
“Or su, finalmente l’ora è arrivata.”
Tutte le imposte scorrevoli nel tempio
erano aperte e il monaco si prostrava vicino alla soglia dell’ingresso,
voltandosi all’est la sua faccia. E anche il piccolo monaco faceva la stessa
cosa sinistra al suo maestro. Il cacciatore quindi, faceva cerimonie rispettosamente
dietro al monaco.
Era la notte del 20 settembre, buia,
nuvolosa e di vento impetuoso. Tre uomini aspettavano l’apparizione del
Bodhisattva per lungo tempo.
Nel frattempo, appariva la luce bianca nel
cielo dell’est. E subito dopo, quella luce si avvicinava a loro. Poi, appena
quella formava una sagoma, si trasformava nella figura divina che stava sulla
schiena dell’elefante con sei zanne, bianco come la neve.
Poi in un istante, l’elefante che aveva la figura divina sulla sua schiena è arrivato alla porta del tempio ed è stato come la torre alta, ammaliante e terribile, proprio come una montagna della luce di luna.