L'illustrazione del vecchio Chamise |
La foto del presente Chamise |
Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo
Koizumi (10)
Dentro la tazza ~ 1 ~
Voi lettori, non avete l’esperienza di salire una
scala alta al buio in una torre vecchia? Poi, questa scala, può essere, non
aveva uscite nelle tenebre e piena di ragnatela?
Oppure, non avete l’altra esperienza che, camminando una
strada lungo il mare sulla falesia, quando siete arrivati all’angolo, non si
trovava più la strada ma solo un faraglione che bloccava il vostro passaggio?
Il sentimento che si prova in tale occasione, per l’intensità
del senso e anche perché se lo ricorda ben chiaro, si capisce che è molto
forte.
Nei racconti antichi giapponesi, è rimasto qualche pezzo
del romanzo che ci fa provare il sentimento quasi uguale a ciò….. Forse, l’autore
era tanto pigro oppure avrà litigato con la casa editrice, oppure era chiamato
da qualcuno, e poi non tornava più alla scrivania, se non poteva essere morto
improvvisamente.
Comunque sia, nessuno può sapere il motivo che era
rimasto incompiuto questo racconto. Io, vi presenterò un esempio tipico di
questo genere.
Il 4 gennaio dell’anno 1617, circa 220 anni fa, un
Daimyo chiamato Nakagawa Sadonokami, è uscito per fare il giro di visite di
Capodanno con alcuni seguiti e in via di questo giro, è entrato in un Chamise (un
tipo di caffetteria tradizionale in Giappone). Quando la comitiva vi riposava,
un suddito giovane, chiamato Sekinai, avendo la forte sete, ha versato il tè
verde da se stesso nella tazza grande.
(N.B
Chamise letteralmente significa il negozio del tè. E
si considera che il cliente avesse potuto bere il tè quanto voleva in questo
tipo del negozio.)
E quando lui ha guardato dentro la tazza con
naturalezza, si specchiava una faccia sconosciuta nel liquido giallastro trasparente. Sekinai, sorpreso, ha guardato attorno ma,
non c’era nessuno vicino a lui. La faccia apparsa nella tazza, sembrava un
Samurai giovane. Stranamente, questa faccia era molto chiara e bella quasi come
la donna. Sembrava che fosse viva veramente, perché i suoi occhi e labbra si
muovevano.
Sekinai, non sapendo come comportarsi con questo
fenomeno strano, ha buttato il tè e ha rivisto nella tazza in particolari.
Tuttavia, questa non aveva nessun punto speciale. Era proprio la roba banale e
dozzinale.