Sopra, la porta Nandaimon di Todaiji Sotto, due statue di Nioh |
Alla fine del 9° secolo (nel periodo Heian), l’invio del gruppo dei delegati giapponesi per Cina ufficialmente si era arrestato. Dopo di che, il Giappone ha cominciato a seguire la sua linea di condotta. Di conseguenza, è nata una cultura originale che si chiama “lo stile giapponese” nei vari campi.
In questo periodo, era inventata Kana (48 sillabe fonetiche giapponesi), si era diffusa Waka (consultate per favore “La Storia di Genji (5)” oppure “Il tema della storia”) fra la classe aristocratica ed era apparsa la pittura “Yamato E” (significa la pittura tipicamente giapponese). Seguendo a questo corso, come ho menzionato nella sezione “Byodoin”, era entrato in scena uno scultore chiamato Jyocho che ha completato lo stile giapponese sulla scultura della statua di Budda.
Jyocho aveva tre clientele principali. Una di esse era la famiglia del capo di Fujiwara, e altre due erano il tempio buddista Kofukuji che era costruito dalla famiglia Fujiwara come il tempio tutelare di loro in Nara e la corte imperiale. Dopo la sua morte, i suoi figli e discepoli hanno successo l’attività sua, ma alla terza generazione da Jyocho, la sua scuola si era separata in tre gruppi e ognuno ha cominciato a lavorare per la ciascuna clientela summenzionata.
Nel periodo Kamakura, da quelli che lavoravano per il tempio Kofukuji, era nato il gruppo di Unkei e Kaikei, che erano i due grandi scultori nella storia della bell’arte giapponese. Questa è una cosa che fa veramente època. Loro due hanno lasciato tanti capolavori dappertutto in Giappone, ma soprattutto un paio di statue di Nioh che si trova nella porta Nandaimon di Todaiji è una delle loro opere migliori.
Riguardo alla cultura giapponese, come ho scritto qualche volta, la maggioranza deriva da Cina, includendo quella che fu arrivata dall’Oriente tramite la via della seta, e “Nioh” che si rappresenta quasi sempre in un paio è anche uno di ciò. Nioh significa in giapponese “due Re”, ma naturalmente loro non sono “Re”. Si chiamano cosi abitualmente, magari col rispetto. Il vero nome di Nioh in sanscrito è Vajradhara, che fu originalmente un protettore dei viaggiatori rappresentato nella figura di Èracle con un bastone e il cuoio di leone di Nemea a due mani. E poi, per la civiltà ellenica portata da Alessandro, in Gandhara questo protettore fu rappresentato nella figura d’Èracle con la testa coperta del cuoio di leone.
Quando era arrivato nell’Asia Centrale, però, non c’era più l’immagine di Èracle. E in Giappone, è cominciato a chiamarsi Nioh e come il protettore del Buddismo è stato collocato sempre all’ingresso del tempio.
Una di queste due statue si rappresenta con la bocca aperta e l’altra chiusa. Si chiamano quindi, anche le statue di “a-hum”, perché quando si pronuncia “a”, bisogna aprire la bocca, ma a caso di “hum” si deve chiuderla. “A” è la prima lettera di Sanscrito e “hum” è l’ultima. Perciò queste due statue si mettono sempre all’ingresso per proteggere il Buddismo dall’inizio alla fine del mondo e anche per non far passare nessuno spirito maligno.
La statua di Nioh, ce ne sono tante in Giappone. Fra tutte quante, quelle di Todaiji sono le più famose. Quando era ricostruita la porta Nandaimon di Todaiji in 1203, queste due statue c’erano anche collocate. Loro sono fatte completamente di cipresso giapponese e alla parte occidentale della porta è messa la statua di “a” che ha 8.36m di altezza e 6.9 tonnellate di peso, invece all’est, quella di “hum”, con l’altezza di 8.38m e il peso di 6.89 tonnellate . Siccome era usata la tecnica di parchè, c’impiegavano solo 69 giorni per produrla. Per ogni statua, lavoravano due grandi maestri scultori, 12 o 13 discepoli (chiamati i piccoli scultori) e un po’ più di 10 falegnami. Per l’ossatura fondamentale erano usati 10 pezzi di legno quadro di grossezza circa 45cm, invece per il corpo, il vestito e gli oggetti personali, circa 160 pezzi. E i piccoli pezzi che servivano a riempire la giuntura erano usati circa 3800. Nell’officina, prima di tutto, i falegnami producevano ogni parte seguendo lo standard e poi, gli scultori li riunivano e facevano la rifinitura e la colorazione. Facendo questo tipo della divisione molto esauriente, il lavoro avanzava molto velocemente.