Con “La storia di Samurai (25)”, ho finito a scrivere fino al periodo di Kamakura (storicamente questo periodo si chiama così in Giappone). Si può dire che questo periodo di Kamakura era molto riformativo sulla politica, religione e bell’arte nella nostra storia. Riguardo all’aspetto politico, non ci sarà bisogno di spiegare che significa l’inizio del governo Shogunato. Allora, per completare questo periodo, volendo toccare altri due aspetti, prima di tutto comincerò con la storia della bell’arte.
La storia della bell’arte giapponese comincia dalla scultura della statua di Budda. Nel 6° secolo, era apparsa la statua di Budda per la prima volta in Giappone. È considerato che era introdotto il Buddismo da Paekche (il nome di un vecchio paese nella penisola coreana) a Giappone in 538. Allora, la famiglia Soga (grande nobile a quest’època), dopo aver vinto gli anti-buddisti nella guerra civile, ha chiesto al re di Paekche di mandare i monaci, scultori e architetti in Giappone. Cosi, era costruito il tempio buddista Asukadera (che non esiste più ora) in Nara per primo. E poi, quasi nello stesso tempo era costruito anche il tempio Horyuji dal principe Shotoku. (consultate per favore “Il tempio Horyuji” in questo blog) Naturalmente, sia nel tempio Asukadera sia in Horyuji, erano collocate le statue di Budda dello stile molto influenzato da Cina. (come già ho menzionato, in quest’època la Cina era il centro del mondo per gli asiatici, quindi il Giappone e la Corea ambedue erano sempre sotto l’influenza di questa nazione)
Nel 7° secolo, erano fabbricate non solo le statue di legno e bronzo ma anche quelle di argilla. Comunque, mandando ogni tanto il gruppo dei delegati in Cina (consultate per favore “La vita di Kukai”), i giapponesi hanno sviluppato man mano la loro cultura includendo la bell’arte. Come ho scritto nella sezione di Todaiji, il periodo Tempyo era il momento della massima fioritura della bell’arte (soprattutto la scultura) allo stile cinese. In questo periodo, erano prodotte anche tante statue di lacca oltre a quelle succitate. Se ne vedono alcune tipiche molto belle nel tempio buddista Kofukuji ancora adesso.
Questa tecnica si chiama “Dakkatsu Kanshitsu” in giapponese che fu adoperata molto frequentemente nel continente, soprattutto in Corea. Cambiando, però, dal paese del buddismo a quello del confucianesimo, quasi tutta la statua fatta in questa maniera era perduta in Corea. Infatti, si può dire che solo in Giappone è rimasto questo tipo della statua nella forma perfetta.
Dakkatsu significa l’oggetto cavo come la tigre di cartapesta e Kanshitsu significa la lacca seccata. Il metodo di fabbricazione è come seguente:
(1) Si prepara un modello fatto d’argilla (si chiama il cuore)
(2) Si attacca la stoffa di canapa sovrapponendo tante volte su tutta la parte del cuore con la colla mista di lacca e fecola.
(3) Quando è asciutta la lacca completamente, si fa un taglio nella parte di schiena.
(4) Tramite questo taglio, frantumare il cuore di argilla e toglierlo via tutto quanto.
(5) Rinforzare la figura con alcuni pezzi di legno internamente.
(6) Rifinire la superficie aggiustando la parte delicata come la faccia e le pieghe del vestito con la pasta di lacca mescolata con i polveri di legno e fibre e colorarla.
Dato che questo tipo di statua è molto leggero, era possibile di spostarlo facilmente al posto più sicuro quando succedeva o guerra civile o incendio. Perciò, ne sono rimaste alcune quasi intatte nel tempio Kofukuji. Questo tipo di statua, però, c’impiegava tanto tempo e energia per produrlo. E poi si doveva utilizzare una grande quantità di lacca costosa. Questa tecnica, quindi, era scomparsa alla fine dell’ottavo secolo e nel periodo Heian era diventata molto popolare la statua di legno, invece quella di lacca.