Le donne che suonano Koto |
Ugetsu
Monogatari 29 (la storia della pioggia e luna)
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scritto da Akinari Ueda ~
Kibitsu no Kama (la pentola del tempio
scintoista Kibitsu) ~ 2 ~
C’era una volta, un uomo chiamato Shodayu Izawa, nel paese Kibi (una zona
nella presente provincia Okayama). Nel quindicesimo secolo, il suo nonno ci ha
fissato la sua dimora e dopo, per tre generazioni, questa famiglia viveva
agiatamente facendo l’agricoltura. Ma il figlio di Shodayu, chiamato Shotaro, dandosi
alla vita dissoluta, non voleva lavorare nel campo.
I suoi genitori se ne lamentavano e si parlavano segretamente:
“Forse se lui si sposi con la ragazza bella e di buona famiglia, la sua
condotta potrebbe essere migliorata da solo.”
E loro hanno cercato la ragazza ideale dovunque sia possibile e
fortunatamente hanno trovato un intermediario che li diceva:
“La figlia del capo sacerdote del tempio scintoista Kibitsu, chiamato
Kasada, è una ragazza bella e elegante, poi devota ai genitori, compone bene
Waka (una poesia giapponese, composta di 31 sillabe), e suona Koto (la cetra
orizzontale giapponese con 13 corde) ingegnosamente. Inoltre, questa famiglia
Kasada è il discendente della origine nobile, quindi, se il vostro figlio si sposi
con lei, sarebbe il fausto evento. Come ne pensate?”
Sentendo questa storia, Shodayu ha provato tanta gioie e detto:
“Sono molto felice di averne sentito, pero, la famiglia Kasada è veramente
la buona nascita in questo paese, invece noi siamo contadini. Ho paura che il
sig. Kasada non accetti il matrimonio perché c’è molta differenza fra due
sociali della famiglia.”
L’intermediario ha detto sorridendo:
“Voi siete troppo modesto. Io vi prometto di combinare questo matrimonio.”
Poi lui ha visitato subito la casa di Kasada. Allora non solo lui ma anche
sua moglie era contenta e lei ha detto al marito:
“La nostra figlia ha già diciassette anni e io mi sono preoccupata sempre
di lei, pensando quando potrà trovare il suo marito buono e giusto. Penso che questo sia il matrimonio più ideale per noi. Ci scambiamo i doni di fidanzamento
quanto possibile presto, scegliendo il giorno fausto.”