Due foto di Susuki (piuma delle pampas giapponese) |
Volume primo (29)
D’altra parte, la Principessa Suseri, moglie legale della Divinità Possessore delle Numerose Picche, era una Divinità molto gelosa. Suo marito, quindi, era imbarazzato ed è voluto andare al Paese Yamato da Izumo.
Dopo aver fatto i preparativi di viaggio, quando stava per partire, mettendo una mano alla sella del cavallo e un piede nella staffa, lui ha cantato cosi:
“Quando mi vesto di un abito nero con molta cura e guardo il mio seno come l’uccello acquatico, innalzando e abbassando la manica come se un uccello sbattesse le ali, trovo che quest’abito non mi sta bene. Allora, essendomi sfilato i vestiti all’indietro come le onde via, e poi vestendomi di un altro abito colorato di blu come la piuma di martin pescatore con molta cura, guardo il mio seno, innalzando e abbassando la manica come se un uccello sbattesse le ali, trovo che anche questo non mi sta bene.
Perciò dopo aver buttato all’indietro anche questo vestito come le onde che vanno via, io mi vesto con cura, di un altro abito tinto nel liquido d’indaco blu, che era fatto dalla pianta indigofera, raccolta alla montagna. Il liquido si produce battendo questa pianta nel mortaio. Poi, quando guardo il mio seno come l’uccello acquatico, innalzando e abbassando la manica come se un uccello sbattesse le ali, questa volta mi sta bene.
Mia carissima consorte, se vengo da te con tanti seguiti come se una massa degli uccelli si fosse alzata in volo, o se vengo da te con tanti seguiti come se numerosi uccelli seguissero a uno che alza in volo per primo, tu piangerai abbassando la testa come un Susuki cresciuto al piede di una montagna, anche se tu hai fatto mostra di essere forte, tentando di non piangere.
Il tuo pianto si estenderà diventando la nebbia di lamento, come se si estendesse la pioggia del mattino cambiata alla nebbia.
Mia carissima consorte, ti mando questa poesia come la cosa da raccontare.