Due foto di presente Seiryouden (nell'ex-plazzo imperiale di Kyoto) |
Makura no Soushi (91)
~ Il primo saggio in Giappone, scritto da
Sei Shonagon ~
Il testo (90)
Ottantatreesimo paragrafo (6)
Tornando alla storia della montagna di
neve, quando l’abbiamo fatta, è venuto un messaggero chiamato Tadataka e ci ha
detto:
“Oggi, si trova dappertutto nel palazzo
imperiale la montagna di neve, sia nella corte di Seiryoden (la sede
dell’imperatore), sia Togu (la sede del principe ereditario), sia Kokiden (la
sede dell’altra consorte dell’imperatore) e sia anche nel Kyogoku Dono (la sede
di Fujiwara no Michinaga, il primo ministro).
Io quindi ho composto una Waka e l’ho
fatta recitare alla mia collega giovane come seguente:
“Kokoninomi Mezurashitomiru Yukinoyama
Tokorodokoroni Furinikerukana”
(Traduzione: Io vedevo la nostra montagna
di neve molto bella e unica, invece si trova dappertutto.)
Tadataka, ha dimostrato la sua ammirazione
chinando la testa tante volte e detto:
“Non vi risponderò con mia Waka, perché ho
paura di contaminare quella vostra. È veramente raffinata! Io la presenterò a
tutte le altre ancelle.”
Poi se n'è andato. Io ho sentito dire che
lui è il grande amatore di Waka, perciò sembrava strano che lui è scappato via senza rispondermi con Waka. .
Dopo, io ne ho raccontato all’imperatrice,
allora lei mi ha detto:
“Forse lui avrà voluto mandarti una Waka
troppo eccellente, perciò non sarebbe riuscito a comporla improvvisamente.”
Comunque, la nostra montagna di neve, mi
pareva che fosse abbassata un po’ verso la fine di dicembre, però, ancora è
rimasta quasi come prima. Un pomeriggio, quando noi ancelle siamo state sulla
veranda, è venuta quella Hitachi no Suke. Io quindi, le ho domandato:
“Come mai, tu non ti sei presentata per
lungo tempo?”
Lei ha risposto:
“Ah sì, perché ho provato un po’ la cosa
dispiacente.”
Ho chiesto:
“Cos’è questa?”
Lei ha risposto dandosi alle arie:
“Quel momento, io pensavo come seguente.” E ha cominciato a recitare con la voce
alta:
“Urayamashi Ashimohikarezu Watatsumino Ikanaruhitoni
Monotamauramu”
(Traduzione: Che invidia! Ma a chi voi
donate la roba talmente tanto che è impossibile di camminare tenendola.)