Due illustrazioni di Budda |
Makura no Soushi (86)
~ Il primo saggio in Giappone, scritto da
Sei Shonagon ~
Il testo (85)
La spiegazione dell’ottantaduesimo
paragrafo, sulla nota (※1)
e (※2):
Nakatada è un personaggio che si trova nel
romanzo chiamato “Utsubo Monogatari” (consultate per favore “La serie della
letteratura giapponese ~ 80~”) Nel periodo Heiann, fra i nobili, era moda di
discutere sulla superiorità fra i due rivali nel romanzo. E in questo romanzo,
Nakatada ha recitato una Waka suonando Koto (la cetra orizzontale giapponese) come
seguente:
“Asaborake
Honokanimireba Akanukana Nakanaruotome Shibashitodomen”
(La traduzione:
All’alba,
ho visto una vergine nella foschia, lei è tanto bella quanto non mi annoio mai
di vederla.)
E Shonagon si paragonava a questa bella
vergine, nonostante che lei è poco brillante praticamente. Perciò l’imperatrice
ha detto che Shonagon ha fatto perdere la faccia di Nakatada.
Questo è una specie dello scambio delle parole
spiritose.
Ottantatreesimo paragrafo (1)
Quando l’imperatrice è stata a Shiki no
Mizoushi (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 69 ~”),
sotto la tettoia dell’ovest, si faceva una cerimonia buddista da recitare il
Sutra. Ci sono stati tanti monaci avanti alla pittura appesa sul muro, su cui è
dipinto il ritratto di Budda. Questo genere della cerimonia, si fa sempre in
questa maniera.
Circa due giorni dopo, si sentiva una voce
povera vicino a veranda al pianoterra:
“Voi dite che non c’è niente, pero, ci
dovrebbe essere rimasta qualcosa delle offerte per Budda?”
Allora, si sentiva la risposta di un
monaco:
“Macché! La cerimonia non è ancora
finita.”
Io quindi, per la curiosità, sono uscita a vedere la situazione. E ci ho trovato una monaca anziana,
vestita sporca e misera che sembra quasi una scimmia, chiedeva il cibo.
“Cosa dice quella donna?” Ho domandato al
monaco, allora la donna ha risposto con la voce da salvare le apparenze:
“Sono anche una monaca autentica, perciò
ho diritto di ricevere qualcosa delle offerte per Budda. Ma, tutti i monaci di
qua sono avari.”
Il suo modo di dire, sembrava che pretendeva
di tanta raffinatezza. Se lei avesse l’aspetto veramente misero, forse io avrei
avuto la compassione di più. Ma sentendo il suo tono della voce che non è
adatta alla sua tenuta quasi come la mendicante, mi è venuta una idea di
prenderla in giro e le ho detto:
“Tu mangi solo il cibo offerto a Budda, e
non mangi niente altro? È meritorio da parte sua!”