Due foto di Tatami |
La storia della cerimonia del tè (3)
Murata Jukoh, non volendo concorrere ai ricchi e
potenti che raccoglievano gli oggetti di alta classe senza badare le spese e li
esponevano nel salone come l’ornamento, ha preparato la stanza adibita alla
cerimonia del tè a grandezza di quattro e mezzo Tatami.
(N.B
Tatami è la stuoia tipica giapponese che ha dimensione
di 180cm x 90cm normalmente e lo spessore di circa 5 o 6 cm. È imbottito di
paglia, coperto di stuoia di giunco e bordato con la stoffa bella. E nella casa
giapponese, la stanza di quattro e mezzo Tatami oppure di sei Tatami è la più
generale, su cui non si cammina mai con le scarpe nemmeno con le pantofole.
Solitamente, noi giapponesi possiamo capire la
grandezza di una stanza, sentendo solo il numero di Tatami.)
Comunque, Jukoh ha amato “la sobrietà” in tutto e è
famoso il suo detto come seguente:
“La luna sarà meno affascinante se non ci sia una
nuvola che la copre un po’.”
Questo suo atteggiamento che rifiuta la perfezione, tramite
il suo discepolo Takeno Jouoh, è successo a Sen no Rikyu che ha completato “Wabi
Cha”.
Per capire il suo modo di fare la cerimonia del tè,
presento sotto la sua lettera intitolata “lettera del cuore” che era
indirizzata a uno di suoi discepoli.
“Se uno voglia seguire questa strada (del tè), deve
buttare il vanto e l’attaccamento. Naturalmente non deve essere geloso dell’esperto
neanche disprezzare il principiante. Essenzialmente, all’esperto, bisogna implorare
l’insegnamento e al principiante, deve tirarlo su con l’attenzione.
Poi, la cosa più importante in questa strada è che,
è cacciare via il confine fra l’oggetto cinese e quello giapponese, cioè
assorbendo la cultura diversa, deve estendersela con la maniera originale di se
stesso. Se lo deve tenere sempre ben presente ed essere attento.”