Sopra, Shigaraki Sotto due Bizen |
La storia della cerimonia del tè (2)
La cerimonia del tè che ha creato Murata Jukoh è
diventata il principio di “Wabi.-Cha (il tè)”.
Questa parola “Wabi”, ne ho menzionato già, ma
comunque è una delle parole di chiave che rappresentano la cultura giapponese e
se la usa spesso insieme “Sabi”. Wabi si può tradurre “la sobria raffinatezza”
e Sabi è “la patina”, cioè ambedue sono le parole che esprimono la bellezza
della sobrietà e dell’antichità.
Ad ogni modo, Jukoh ha usato le stoviglie di colore
verde celadon molto scuro come quelle cinesi e anche Shigaraki e Bizen che sono
due ceramiche rappresentative adatte alla cerimonia del tè.
Shigaraki è la ceramica prodotta nella zona
Shigaraki nella provincia Shiga. Shigaraki
è conosciuto dal tempo come il posto in cui si trova il caolino di buona
qualità e, essendo sostenuto dalla storia e cultura lunga, ha mantenuto l’arte
tradizionale fino oggi. È uno di 6 forni antichi in Giappone. La ceramica cotta
nel forno di Shigaraki ha il gusto di terra molto particolare, il cui colore è
caratterizzato da quello del fuoco calduccio e dal tono di bruciatura nata
dalla vernice naturale. Perciò si chiama proprio “l’arte creata dalla terra e
la fiamma” e tramanda fino adesso il gusto di “Wabi e Sabi”.
L’altra parte, la ceramica di Bizen è anche uno dei
6 forni in Giappone che si trova nella citta Bisen e nei suoi dintorni nella
provincia Okayama.
La ceramica di Bizen, non usandosi nessuna vernice,
è cotta dalla fiamma ossidata, quindi ha il colore rossastro forte. Poiché si
nasce dalla condizione nel forno durante la cottura, non si possono avere due
prodotti uguali. Il suo fascino del colore bruno è causato dalla terra scavata
dalla risaia di profondità di 5m, mischiata con quella di montagna e quella che
contiene il ferro.
Murata Jukoh ha detto fortemente che, la persona che
non sta ancora alla comprensione giusta della mentalità del tè, non deve usare
queste due ceramiche.