mercoledì 29 novembre 2017

La serie della letteratura giapponese ~ 73 ~


Sopra è un esempio di Kanji
Sotto è HIragana
(cosi capirete la defferenza fra due lettere)
Makura no Soushi (73)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (72)

Settantesimo otto paragrafo (2)

Tuttavia, pensando che non sia la cosa urgente, gli ho detto:

“Tu va via. Io scriverò la risposta dopo.”

E, mettendola in seno, sono entrata nel fondo.  Mentre parlavo con le mie colleghe come prima, quel funzionario è ritornato subito e detto:

“Il signor Tadanobu mi ha ordinato di riportare quella lettera, se voi non risponderete adesso. Perciò, mi date subito la vostra risposta, se no, mi restituite la lettera.”

Che strano!

Lui Tadanobu una volta mi ha mandato la lettera, e poi, mi chiede di restituirla.

Comunque, io l’ho aperta e trovato una scrittura bellissima sulla carta sottile di blu. Il contenuto non era la faccenda sulla rottura della nostra amicizia che io aspettavo, invece era scritta una poesia composta da Bai Ju-yi (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 71 ~”),, come seguente:

“RANSHO NO HANA NO TOKI NISIKI NO TOBARI NO MOTO

(Significa: Voi svolgete un ruolo importante nel mondo politico alla citta.)

Il seguito per favore!”

Io ero assorta nei miei pensieri un po’, pensando come potevo rispondere. Se l’imperatrice stia svegliata, potevo chiederle consiglio, ma non ne era possibile. Poi, io, sapendo il seguito, non l’ho voluto scrivere direttamente cosi come è, perché mi pareva che manchi un po’ di arguto. Poi sarà anche un po’ brutto se io scrivo il seguito di questa poesia tutto in Kanji (l’ideogramma cinese) come una donna. 

(N.B: A questo periodo Heian, gli uomini scrivevano sia la poesia sia il loro diario tutto in Kanji, come l’uomo colto. Invece se la donna scrisse tutto in Kanji, era considerata una sapientona, quindi la donna di solito usava HIragana, le fonetiche sillabate.

E a proposito, il seguito è come seguente:

ROZAN NO AME NO YORU SOUAN NO UCHI

Significa: Io abito da solo nella capanna povera in Rozan (il nome di un posto montagnoso in Cina), che è lontano dai posti abitati e chi visiterà da me? Non ci sarà nessuno. Alla notte, quando piove mi sento più solitudine ma agio.)

Tuttavia, poiché il funzionario mi sollecita una risposta molto spesso, io, per il momento, ho scritto sulla parte in bianco di stessa carta che mi aveva dato, con il carbone spento nel focolare come seguente in Hiragana:

Kusano Ioriwo Dareka Tazunen

(Questo non è poesia cinese ma una parte di Waka che era conosciuta a questa epoca, che significa: Chi visiterà la capanna cosi povera?)

E l’ho data al funzionario ma, non mi ha dato nessuna risposta dopo.