Makura no Soushi (72)
~ Il primo saggio in Giappone, scritto da
Sei Shonagon ~
Il testo (71)
Settantesimo otto paragrafo (1)
Settantesimo otto paragrafo (1)
Un capo di Kuroudo (consultate per
favore “La serie della letteratura giapponese ~ 7 ~”), chiamato Fujiwara no
Tadanobu, una volta ha pensato molto male di me, credendo del rumore pieno di errori di
me, e detto spesso ai suoi colleghi:
“Non capisco perché ho lodato
quella donna fino ora, pensando di lei che lo vale a pena.”
Io, sentendo questa voce, sono
rimasta paralizzata un po’, ma, ho trascurato ridendo e pensando:
“Se sia vero quello che lui pensa
di me, sarei proprio disperata, ma questo non è altro che una chiacchiera. Perciò,
lui capirà la verità tra poco.”
Tuttavia, questa situazione è
durata per alcuni tempi e quando lui passava avanti alla nostra sede, camminava velocemente coprendo la sua faccia con la manica in modo che non mi veda e
senta. Cosi lui pensava molto male di me.
Anche io, con l’orgoglio, non mi
sono giustificata niente a lui e l’ho ignorato completamente.
E un giorno alla fine di febbraio, ha
piovuto molto e lui era noioso perché ha dovuto chiudersi in una sala nel
palazzo imperale per Monoimi (consultate per favore “La serie della letteratura
giapponese ~ 24 ~”) e ha detto ai suoi colleghi:
“Per quanto sia spiacevole quella donna per
me, mi sento mancanza di lei ora….Le rivolgerò magari qualche parola, cosa
pensate?”
Mi ha fatto sapere questo suo detto
una mia collega che aveva sentito di ciò. Ma, io non ne ho considerato niente e
alla notte, mi sono presentata alla sede dell’imperatrice.
Poiché l’imperatrice ha già
dormito, le ancelle stavano a parte componendo poesie sotto la luce e una di
loro mi ha detto:
“Oh, sei venuta in tempo giusto.
Vieni qua.”
Ma io, con un po’ di malinconia non
so perché, pentivo di esserci venuta all’ora in cui l’imperatrice ha già
dormito.
Comunque, ormai sarà stato inutile di
affannarmi, io, riprendendo animo, ho cominciato fare chiacchiere con le mie
colleghi vicino al focolare.
Allora, si sentiva una voce canora
dell’uomo, che si faceva annunciare da me. Io, pensandone strano, perché appena
ci sono venuta, ho mandato una serva a riceverlo.
Era un funzionario e lui ha voluto
parlare con me direttamente. Io, quindi, sono dovuta avvicinarmi alla porta.
“Io ci ho una lettera per voi dal
capo di Kuroudo e per favore rispondete subito.” Ha detto lui cosi.
A me pareva di più strano questa
cosa, perché il capo di Kuroudo avrebbe dovuto pensare malissimo di me, ma nello
stesso tempo, me ne sono incuriosita un po' del contenuto della lettera.