mercoledì 12 luglio 2017

La serie della letteratura giapponese ~ 33 ~


Due foto del tempio buddista Kiyomizu


Makura no Soushi (33)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (32)

Ventitreesimo paragrafo

Quelli che si tendono a poltrire:

Il dovere nel giorno di Shojin (1)

La preparazione che ha la disponibilità di tempo sufficientemente.

Il caso di fare Sanro (2) in un tempio per lungo tempo.

N.B
(1) Shojin  è il termine buddista che significa “la devozione “ e anche “la purificazione”. Quello si usa di solito per solo monaco, invece questo si usa anche per i laici. In questo saggio, naturalmente è il caso del secondo.
In questo periodo Heian, si aveva l’abitudine di purificarsi non mangiando la carne (di pesce) e non bevendo la bevanda alcolica in un certo giorno determinato, cioè il giorno 8, 14, 15, 23, 29 e 30 in ogni mese. In questi sei giorni, anche i laici teoricamente dovevano mantenere gli otto comandamenti come seguenti:
(1) Non uccidere
(2) Non rubare
(3) Non fare nessun atto sessuale
(4) Non dire la bugia
(5) Non bere la bevanda alcolica
(6) Non mangiare niente dopo il mezzogiorno
(7) Non vedere la danza e non ascoltare la musica, poi non deve ornamentarsi con qualsiasi accessorio e neanche profumarsi
(8) Non dormire sul letto alto attaccato con baldacchino (significa non deve dormire sul letto di lusso)
Non si sa se la gente di questo periodo ha rispettato tutti i otto comandamenti con molta severità, pero, è sicuro che la gente aveva l’abitudine almeno di purificarsi in un certo giorno.


(2) Sanro significa “chiudersi in un tempio buddista o scintoista per i certi giorni sia notte sia giorno per purificarsi”.  Nel vecchio tempo, questa purificazione si faceva prima di fare una festa scintoista per il rispetto per la divinità. Ma nel periodo Heian, è diventata la cosa più personale, cioè la gente ha cominciato a fare Sanro per pregare a Budda o alla Divinità delle cose personali. Sei Shonagon faceva anche Sanro ogni tanto nel tempio buddista Kiyomizu.