domenica 18 giugno 2017

La serie della letteratura giapponese ~ 26 ~


Due illustrazioni della vita nel palazzo imperiale
al periodo Heian


Makura no Soushi (26)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (25)

Ventesimo paragrafo ~ 7 ~

L’imperatrice ha continuato a parlare:

“Poiché Nyogo aveva fatto sapere che cosa stava succedendo su lei al suo padre, lui, il ministro, si preoccupava molto se sua figlia sbagliasse qualcosa. Perciò lui ha fatto recitare il sutra ai monaci in vari templi, poi anche lui stesso ha dedicato la preghiera volgendosi verso il palazzo imperiale tutta la giornata. Mi sono commossa veramente del comportamento del ministro che si dà premura per le cose raffinate di questo genere.”

L’imperatore, il marito dell’imperatrice, ascoltandola, ha detto con la voce piena di ammirazione:

“Che bella storia! Se fosse io in stessa situazione, non avrei mai potuto continuare a leggere fino al quarto o anzi terzo rotolo.”

Poi anche una ancella ha detto:

“Nel tempo vecchio, anche se una persona di condizione umile, aveva del talento culturale di un certo livello.” E le altre l’anno approvata ciascuna a suo modo.   

N.B:

All’inizio (nel diciannovesimo paragrafo ~ 3 ~), Shonagon ha porto una Waka cambiando solo una parte di quella vecchia all’imperatrice. Questo è proprio la risposta che voleva l’imperatrice. Ma, naturalmente, lei non ne ha detto niente con la voce, era solo quello che Shonagon presumeva. Si può dire che in questo fatto si vede un esempio della cultura giapponese cioè, noi giapponesi ogni tanto capiamo quello che vuole l’altro senza parole. Da molto tempo, i giapponesi amavano la bellezza del margine, cioè potevano immaginare quello che non era detto oppure non c'era scritto 100%. Tipico esempio di questa tendenza può essere Waka e Haiku (nato nel periodo Edo, che consiste di solo 17 sillabe). Nelle frasi brevi, noi troviamo il sentimento o il significato nascosto. Questo è proprio una certa gioia.


Io (guida Fuji), come una giapponese, amo questa cultura, pero, purtroppo devo riconoscere che ce n’è anche un difetto. Cioè, noi giapponesi siamo detti spesso che noi non esprimiamo la nostra opinione chiaramente. Secondo me, questo deriva da quella tradizione suddetta…..