domenica 4 giugno 2017

Intervallo ~ 44 ~


Due esempli della carta di Waka
Sopra, con l'illustrazione
Sotto, solo le lettere fonetiche


Sul gioco della carta di Waka (1)

Come ho scritto qualche volta in questo blog, Waka è una specie di poesia, nata in Giappone nel periodo antico (prima del periodo Nara). All’inizio, c’erano tanti stili, cioè quello lungo, corto e poi il tipo che aveva il ritmo particolare chiamato Sedouka. Ma nel periodo Heian, solo quello che consiste in 31 sillabe è rimasto come Waka.

D’ora in poi, Waka è stata sempre una delle culture molto importanti in Giappone, e ancora adesso, ci sono tante genti che l’amano.

E nel periodo Kamakura, un nobile e poeta, chiamato Fujiwara no Sadaie ha redatto cento Waka composte dai cento poeti scegliendo fra tutte le antologie per tutti i tempi.

Queste cento Waka sono cominciate a usare come il gioco della carta fra la gente di classe alta dal quindicesimo secolo.  Poi, nel periodo Edo, poiché è sviluppata un po’ l’arte dello stampo, questo gioco è diffuso fra il popolo. Soprattutto, nel periodo in cui ancora la maggioranza della famiglia giapponese era numerosa, circa 50 o 60 anni fa, questo gioco era una fisionomia del capodanno, perché tutti i membri della famiglia si radunavano in casa dei genitori a questa occasione e loro se ne divertivano di giocare. Naturalmente ancora adesso c’è questa tradizione, anche se è diventato un po’ caso raro.  

Questo gioco si fa nella maniera come seguente:


Prima di tutto, si preparano duecento carte in totale. Su quelle cento c’è scritto Waka con l’illustrazione e il nome dell’autore o autrice. Poi sull’altre cento c’è scritto solo la parte sotto (cioè 14 lettere fonetiche) senza nessuna illustrazione. E generalmente la grandezza della carta è 74mm x 53mm circa. 

(Continua alla prossima puntata)