mercoledì 28 dicembre 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (178)

Ugetsu Monogatari 67 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Jasei no In (la storia di un uomo attaccato dallo spirito del serpente) ~ 28 ~

Il monaco, dopo aver sentito la storia, ha detto:

“Sarà certamente il problema molto grave per voi. Io sono già vecchio cosi, quindi, non so se possa fare la preghiera efficace per voi o no, ma, non posso neanche abbandonare la sventura abbattuta su di voi. Comunque, voi tornate subito a casa ed anche io ci verrò quanto presto possibile.”

Poi consegnando Kesa (una stola di un bonzo, indossata traversamente da sinistra a destra), impregnata d’incenso di papavero, e ha continuato a parlare:

“Deludendo il fantasma con parole dolci, coprite dalla sua testa con questa Kesa e rendetelo immobile con tutte le vostre forze. Se indeboliste la forza, questo scapperebbe subito, perciò voi dovrete utilizzare tutte le vostre forze per farne, magari pregando il Budda nel cuore.”

Il suocero quindi, è tornato a casa con la gioia, facendo correre il cavallo. E appena tornato a casa, lui ha dato Kesa a Toyoo segretamente, dicendogli tutto quello che aveva sentito dal monaco.

Toyoo è andato di nuovo alla camera da letto nascondendola in seno e ha detto alla donna:

“Il mio suocero mi ha dato il permesso di divorziare dalla moglie finalmente. Ora vieni con me.”

La donna, ascoltandolo, gli ha dimostrato lo stato pieno di gioia. Invece Toyoo, approfittando il momento in cui lei ha allentato l’attenzione, ha coperto dalla sua testa con Kesa e l’ha fissata con tutte le forze.

“Che dolore! Perché tu mi fai la cosa crudele cosi? Allenta le tue mani un po’, prego!”

La donna ha gridato cosi, ma, Toyoo ha concentrato sempre più la sua forza nelle braccia.

Nel frattempo, è arrivato il monaco con la portantina. E lui è sceso dalla portantina aiutato dalla famiglia Shoji ed è entrato nella camera da letto pronunciando delle formule magiche nella bocca. E lui, tenendo da parte Toyoo, ha levato Kesa. Allora, vi si è trovata Tomiko svenuta su cui un serpente bianco di un metro di lunghezza avvoltosi a spirale ed immobile. Il monaco, catturandolo, l’ha messo nel vaso di ferro, tenuto dal suo discepolo. Poi quando lui ha pronunciato delle formule magiche di nuovo, è uscito dal paravento un altro serpente di 30 cm di lunghezza strisciando. Il monaco ha catturato anche questo e l’ha messo nel vaso di ferro.

Dopo di che, lui ha avvolto i vasi di ferro in cui erano rinchiusi due serpenti con la forza delle formule magiche, con quella Kesa ed è andato via.

La famiglia di Shoji l’ha salutato rispettosamente dicendo le parole di gratitudine con le mani giunte.

Il monaco, tornato al tempio Dojyoji, ha fatto scavare profondamente il giardino avanti alla sala principale e seppellito i vasi sotto terra in modo che i due serpenti non potevano uscire mai più al mondo umano.

Si dice che è rimasta ancora oggi la tomba del serpente nel tempio Dojyoji.

Da una parte, Tomiko, la figlia di Shoji, purtroppo si è ammalata a causa dello spirito del serpente che si era impossessato di lei e morta. Invece Toyoo, è riuscito a vivere lungo salvo e sano.

È tramandato di dire cosi.


 ~  fine di “Jasei no In” ~


Il foto di Kesa