mercoledì 22 giugno 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (124)


Due foto della seta tinta a modo di Ashikaga



Ugetsu Monogatari 13 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Asaji ga Yado (Capanna erbosa) ~ 1 ~

C’era una volta, un uomo chiamato Katsushiro nel paese Shimofusa (la parte settentrionale nella presente provincia Chiba). La sua famiglia, dalla generazione del suo nonno, abitava in questo paese e, avendo tante risaie, era ricca. Ma lui Katsushiro era uomo indifferente e ottimista di natura, e non volendo fare lavoro dei campi, è diventato povero alla fine. Nel frattempo, poiché anche i suoi parenti hanno cominciato a trattarlo male, lui ne era seccato e rimuginava la maniera da ristabilire la fortuna di famiglia nella mente.

Allora, lui, già da tempo, aveva un conoscente chiamato Sasabe no Souji, un mercante che lo visitava spesso da Kyoto, in via d’acquistare la seta tinta a modo d’Ashikaga (il nome di una zona nella presente provincia Tochigi, vicino a Shimofusa).

Katsushiro quindi, gli ha chiesto di fare il cammino con lui per vendere la seta a Kyoto.

Sasabe ha accettato subito la sua richiesta e gli ha comunicato il giorno della partenza.  

Katsushiro, essendo molto contento, ha venduto tutte le risaie rimaste e comprato la seta bianca con questi soldi.


Moglie di Katsushiro, chiamata Miyagi, era una donna bellissima e saggia. E, essendo imbarazzata nel cuore del viaggio di suo marito, ha provato di dissuaderlo dal partire, ma lui era un uomo talmente ostinato che non voleva cambiare la cosa una volta decisa.

Perciò lei, nonostante che si sentiva insicura di vivere sola in futuro, preparava il provvedimento necessario per il viaggio di suo marito e gli ha parlato con sincera emozione a notte precedente della partenza:


“Mi sento triste di rimanere qua da sola, senza soldi. Per favore, non dimenticarmi mai e torni quanto possibile presto! Io vorrei vivere almeno fino al giorno di rivederti, ma non si sa come sarò domani. Compatisci per pietà il mio cuore debole di donna.”