domenica 30 agosto 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (40)

Yukionnna, Minokichi, e i loro bambini

Yukionna che va via


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (6)

Yukionna ( la donna di neve) ~ 5 ~

Poi, Minokichi ha aggiunto:

“Io, in realtà, non ho mai visto la donna cosi bella finché non vedessi te. Lei pero, non era l’essere umano. A quel momento, ho avuto molto paura di lei. Era orrenda, ma aveva la pelle bianca quasi trasparente. Io quindi, ancora adesso non capisco tanto bene se avessi fatto un sogno oppure visto la vera donna di neve.”

Oyuki, abbandonando il lavoro ad ago, si è alzata improvvisamente e ha piegato il corpo su Minokichi, poi detto:

“Me stessa! Sono io che era quella donna di neve. Allora, ti ho detto di ucciderti se tu rivelasse il segreto. Sono certa che ti ho detto cosi, ma pensando di quei figli addormentati là, non posso rubare la tua vita ormai.

Ti chiedo quindi, di tirarli su con tanta cura e affezione almeno. Se tu li tratti male, io ti farò subire le conseguenze delle tue azioni senza dubbio.”

La voce di Oyuki diventava man mano sottile come il suono di vento, mentre lei gridava cosi.

E nel frattempo, la sua figura, trasformandosi in nebbia bianca e brillante, saliva verso il colmo del tetto e usciva dalla finestra in modo liscio e silenzioso.

D’allora, non si vedeva più la figura di Oyuki.

                             "Yukionna" fine

mercoledì 26 agosto 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (39)


Due foto della lampada a stelo
con paralume di carta
(Andon in giapponese)


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (5)

Yukionna ( la donna di neve) ~ 4 ~


Oyuki, che aveva il buon carattere e giusto comportamento come la donna, è stata piaciuta subito a madre di Minokichi. La madre quindi, le ha consigliato incessantemente di non andare a Edo e fermarsi a sua casa se andava bene a Oyuki. Alla fine, Oyuki ha rinunciato ad andare a Edo con naturalezza e poi, ci si è fermata come la moglie di Minokichi.

Dopo, madre e Minokichi hanno capito man mano che Oyuki era veramente buna moglie e quando la madre era morta fra cinque anni, lei ha lasciato le ultime volontà piene di amore e d’elogio per Oyuki.

Oyuki ha dato alla luce i dieci bambini di maschi e femmine che tutti erano belli e bianchi.
I contadini del villaggio trovavano strano che Oyuki fosse molto diversa dalle donne normali. Perché tutte le donne del villaggio s’invecchiavano subito, ma Oyuki, avendo perfino a dieci figli, teneva sempre la sembianza bella, giovane e fresca cosi com’era venuta al villaggio per primo.

Una notte, dopo che s’addormentavano tutti i figli, Oyuki lavorava ad ago sotto la poca luce della lampada a stelo con paralume di carta.

Allora Minokichi, osservando a lungo il viso di Oyuki, ha detto:

“Senti, quando ti vedo lavorare in questa maniera, mi ricordo di un accaduto strano che era successo a 18 anni. Ho visto allora una donna bella e bianca proprio come te. Lei era tale quale te presente.”

Oyuki ha risposto senza cessare il lavoro ad ago:

“Parlami di lei. Dove l’hai vista?”

Minokichi quindi, ha cominciato a parlare di quello che era successo nella capanna del barcaiolo, cioè :
  Lui vi ha passato una notte orribile.
  La donna bianca, sorridendo, piegava il suo corpo su lui.
  Il vecchio Mosaku era morto in silenzio.

Lui ha raccontato a Oyuki tutto quanto queste sue esperienze strane.

domenica 23 agosto 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (38)

Yukionna e Minokichi

Yukionna e Mosaku


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (4)

Yukionna ( la donna di neve) ~ 3 ~


All’anno prossimo, a una sera d’inverno, Minokichi ha incontrato una ragazza in viaggio, in via del ritorno dal bosco. Lei, che era molto bella, alta e snella, ha risposto al saluto di Minokichi. La sua voce sembrava a Minokichi tanto piacevole e simpatica quanto il cinguettio dell’uccellino.

Loro due, camminando insieme, parlavano con frequenti pause. La ragazza si chiamava Oyuki (O è un prefisso e Yuki significa la neve) e stava per andare a Edo(il vecchio nome di Tokyo), perché aveva perso i suoi genitori uno dietro l’altro in questi ultimi giorni.

Lei anche ha raccontato che aveva intenzione di trovare qualche lavoro in Edo, contando su un parente.

Nel frattempo, Minokichi si è cominciato a innamorare di questa ragazza incognita piano piano. A lui, più la guardava più sembrava bella.

Minokichi quindi, le ha chiesto:

“Tu hai il fidanzato?”

La ragazza, sorridendo, ha risposto di no e poi, gli ha chiesto a rovescio:

“Tu sei già sposato, oppure hai qualche fidanzata?”

Minokichi ha risposto:

“No, non ho moglie né fidanzata. Io ci ho solo madre da mantenere. Sono ancora giovane, perciò non ho mai pensato di sposarmi.”

Dopo aver fatto questa confidenza tra di loro, hanno continuato a camminare in silenzio. Anche se la loro bocca era chiusa, ma i loro occhi si parlavano sufficientemente. E quando sono arrivati al villaggio, il loro cuore era già d’accordo perfettamente.

Minokichi le ha detto:

“Vuoi riposarti per un momento a mia casa?”

Oyuki esitava un po’ timidamente, ma alla fine l’ha seguito.

mercoledì 19 agosto 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (37)


Due illustrazioni della donna di neve


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (3)

Yukionna ( la donna di neve) ~ 2 ~

Allora, la donna si è voltata a Minokichi improvvisamente e chinata su lui. Minokichi ha voluto gridare, ma non si sa perché, non ne ha potuto. La donna bianca, si è chinata piano piano su lui e quasi la sua faccia lo toccava. I suoi occhi erano tanto orribili quanto lui rabbrividiva guardandoli. Tuttavia, la faccia della donna era molto bella.

Lei teneva lo sguardo fisso a  Minokichi per alcuni momenti, poi ha detto col sorriso:

“Io intendevo di fare stessa cosa a te, come avevo fatto a quel vecchio, pero ho avuto pietà di te, perché sei troppo giovane. Minokichi, tu sei un ragazzo carino.  Non ti farò più la cosa malvagia, ma tu non devi dire a nessuno quello che hai visto sta sera. Neanche a tua madre.  Se tu lo riveli a qualcuno, io posso notare subito e ti ammazzerò. Hai capito?  Ricordati bene le mie parole.”

Appena ha detto cosi, la donna, voltando le sue spalle a Minokichi, è uscita dalla porta dell’ingresso.
Dopo di che, Minokichi ha chiuso la porta di nuovo, mettendo il puntello di legno alla porta per non far aprire.

E poi, lui era assorto nei suoi pensieri:

“È strano. Chi è che ha aperto la porta? Forse il vento…oppure, ho fatto un sogno?  Io, probabilmente avrei scambiato il chiarore di neve alla figura di donna. ”

Pensando cosi, lui ha chiamato Mosaku, ma il vecchio non ha risposto. Minokichi, sorpreso, ha cercato Mosaku a tentoni nel buio. E quando la sua mano ha toccato la faccia di Mosaku, l’ha trovata fredda come il ghiaccio. Mosaku era già morto.

Alla mattina prossima, la bufera di neve è cessata.  Al sorgere del sole, il barcaiolo è tornato alla capanna e ha trovato Minokichi, svenuto al fianco del vecchio morto per assideramento. Minokichi, essendo curato subito, ha ripreso conoscenza. Tuttavia, lui, influenzato dal freddo orribile di quella sera, è stato sul letto per abbastanza lungo tempo.  Anche la morte di Mosaku, gli ha abbattuto molto.


Comunque pero, lui non ha detto niente di fantasma della donna bianca a nessuno. E quando lui si è guarito, ha cominciato a frequentare al bosco di nuovo.  Lui è andato a lavorare come il boscaiolo da solo ogni mattina e tornato a casa a sera portando il fascio di legna sulle spalle. Poi, insieme sua madre, è andato a venderlo come al solito.  

domenica 16 agosto 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (36)


Due scene dell'imbarcadero

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (2)

Yukionna ( la donna di neve) ~ 1 ~


C’erano una volta, i due boscaioli chiamati Mosaku e Minokichi in un villaggio nel paese Musashi (presente Tokyo e una parte della provincia Kanagawa). Mosaku era già vecchio, invece Minokichi ancora giovane di 18 anni. Loro due andavano insieme a un bosco circa 12 km distante dal villaggio ogni giorno. In via, c’era un fiume grande da attraversare con la barca. Su questo fiume, si gettava il ponte diverse volte, ma ogni volta che succedeva il diluvio, il ponte era portato via dall’acqua.

Comunque, il ponte normale non si poteva mantenere quando il livello d’acqua è salito.

Una sera fredda, loro due si sono coinvolti dalla bufera di neve in via del ritorno dal bosco e quando sono arrivati all’imbarcadero, non si trovavano né la barca né barcaiolo. Loro quindi, per il momento, sono entrati nella capanna del barcaiolo essendo contenti di aver potuto trovare il rifugio almeno.

Nella capanna, non c’era un braciere nemmeno un focolare da scaldarsi. C’erano messi solo i due Tatami (la stuoia di giunco) sul pavimento e un ingresso. Non c’era nessuna finestra.
Mosaku e Minokichi, dopo aver chiuso la porta fortemente, si sono sdraiati sul Tatami, coprendo con l’impermeabile di paglia che vestivano.

All’inizio, loro non si sentivano tanto freddo e credevano che calmasse subito la bufera di neve. Il vecchio Mosaku, appena sdraiato si è addormentato ma, Minokichi non poteva dormire per il suono terribile di vento e neve che battevano la porta. Anche il livello dell’acqua del fiume è tanto salito quanto crollare la capanna. Questa si crollava come se fosse una foglia sull’onda del mare e cigolava con lo scricchiolio. Poi diventava sempre più freddo col passo del tempo. Minokichi tremava dal freddo orribile, pero, si è addormentato senza quasi che se ne accorgesse.

Poi, lui si è svegliato, sorpreso dalla neve che cadeva sulla sua faccia. Non si sapeva perché, ma la porta dell’ingresso chiusa fortemente, era aperta. E Minokichi ha visto una figura di donna alla porta nel chiarore della neve.


Lei, vestita tutta bianca, si è avvicinata a Mosaku e ha cominciato a soffiare su lui chinandosi. Il suo fiato sembrava come un fumo bianco. 

mercoledì 12 agosto 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (35)

Sopra, Yakumo Koizumi
e
Sotto, lui e sua moglie




Kwaidan (la storia dei fantasmi) (1)

Dopo “la storia di un boscaiolo di bambù”, vorrei presentare “Kwaidan” scritto da Yakumo Koizumi, ma prima di toccare l’opera, vorrei scrivere un po’ sull’autore.

Yakumo, il cui nome originale era Lafcadio Hearn che era nato in un’isola di Grecia, fra la madre greca e il padre irlandese (il medico del militare inglese), nell’anno 1850. Lui era separato da madre a tre anni e poi, alcuni anni dopo, ha perso anche padre. Quando aveva 19 anni, lui era andato da solo agli Stati Uniti cercando la maniera da vivere. Negli Stati Uniti, dopo aver errato i vari lavori, è diventato il giornalista facendo fruttare il suo talento letterario e ha cominciato piano piano pubblicare le opere scritte e la traduzione.

E quando lui lavorava in una sede di un giornale in New Orleans, gli è capitato a caso di vedere gli oggetti giapponesi nell’esposizione commemorativa centinaia della città e se n’è interessato molto. Poi, ha saputo la mitologia e leggenda giapponese da “Kojiki” tradotto in inglese.
Nel momento che il suo interesse per questo paese orientale è diventato più alto, una ditta della rivista gli ha chiesto di scrivere l’articolo del viaggio in Giappone. Lui, naturalmente, l’ha accettato subito ed è venuto in Giappone in 1890.

Contattando con i giapponesi, lui si sentiva la simpatia sia al carattere sia alla sensibilità dei giapponesi. Perciò, ha rotto il contratto con la ditta, perché erano solo due mesi, e ha deciso di vivere in questo paese. Fortunatamente, lui ha potuto trovare il lavoro come l’insegnante dell’inglese in una scuola media nella città Matsue in provincia Shimane, che era proprio la zona di Izumo, un posto vecchio della mitologia di Kojiki.

Poi, lui ha incontrato sua consorte della vita, chiamata Setsuko e si sono sposati. Dopo di che, lui girava per la zona Sanin (regioni lungo il mare giapponese che contengono la provincia di Shimane, Tottori e una parte di Yamaguchi) per raccogliere le varie leggende antiche, mentre lavorava come l’insegnante.

E nel 1896, lui si è naturalizzato giapponese e ha preso il nome Yakumo (significa otto strati di nuvole, simbolo di Izumo) Koizumi (il cognome della sua moglie). Dopo, per la collaborazione di Setsuko, lui ha scritto tanti libri sulla leggenda giapponese, fra cui “Kwaidan” è il più famoso. Le sue opere sono tradotte in varie lingue ma, non si sa se c’è la traduzione in italiano o no.

A proposito, la storia di "Hoichi senza le orecchie" che ho presentato abbastanza prima, è anche una delle sue opere.

Allora, io tradurrò Kwaidan, la raccolta di novelle dei fantasmi, dalla prossima volta, sperando di farvi sentire un po’ fresco sulla schiena, perché fa troppo caldo quest’estate!

domenica 9 agosto 2015

Intervallo (44) Il Monte Fuji

Una xilografia di Hokusai (il Monte Fuji rosso)

Le scimmie che fanno il bagno
Il Monte Fuji

Poiché si toccava a questa montagna nell’ultima sezione del “Racconto di un boscaiolo di bambù”, vorrei scriverne un po’ di nuovo.
Il Monte Fuji, come si sa tutto nel mondo, è una montagna simbolica del Giappone.
È la montagna attiva che ha l’altezza 3776m e la sua forma è completamente conica e indipendente (cioè non è una parte della catena) , che si vede da dappertutto uguale.  Il Monte Fuji, dal tempo antico, è stato considerato una montagna sacra. Soprattutto, poiché la gente credeva che sedeva la grande divinità Asama sulla cima, Il Monte Fuji è diventato l’oggetto della fede nell’ottavo secolo, e poi è riconosciuto anche come il posto sacro per fare l’allenamento ascetico.

Dopo di che, sono nati alcuni gruppi religiosi sulla fede per il Monte Fuji.

Adesso, l’attività religiosa può essere un po’ diminuita, pero ancora tante genti salgono a questa montagna nel periodo estivo.

Nell’anno 2013, il Monte Fuji è registrato all’UNESCO come il patrimonio culturale, con il nome “L’oggettivo della fede e la sorgente dell’arte”.
Il Monte Fuji, aveva continuato di eruttare da 80 mila anni fa. E le ceneri vulcaniche eruttate si erano accumulate fino ad altezza di 3000 m.
E nell’occasione dell’eruzione successa 11mila anni fa, era eruttata la grande quantità di lava che formava la figura attuale del Monte Fuji.

Dopo, come si vede nel “Racconto di un boscaiolo di bambù”, il Monte Fuji è stato sempre il vulcano attivo, ma, dopo l’eruzione successa nell’anno 1707, l’attività vulcanica era sospesa. Perciò, fino a 1990, il Monte Fuji è stato considerato il vulcano inattivo, pero, l’Agenzia Meteorologica che continuava ad osservare la situazione, dopo l’ha dichiarato attivo.  

Il Monte Fuji è diventato spesso il tema della poesia Waka e la letteratura, poi la pittura. Fra queste, sarà più famosa la xilografia di Hokusai, intitolata “36 viste di Fugaku (un altro nome di Monte Fuji)”.

Alla fine:

In Giappone ci sono 110 vulcani in totale, e da lì sgorgano più di 10 mila sorgenti termali. I giapponesi, quindi, sono grandi amatori di Onsen (le terme). Tuttavia, non sono loro ma anche gli animali, che le amano.

In una sorgente termale nell’aria aperta, vengono non solo l’esseri umani ma anche le scimmie per fare il bagno e questo si può dire che è l'unico nel mondo.

mercoledì 5 agosto 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (34)


Due foto del Monte Fuji


La storia di un boscaiolo del bambù (33) 


Dopo di che, la coppia dei vecchi si tormentavano versando lacrime di sangue, ma non potevano far niente. I servitori hanno letto quella lettera di Kaguya Hime a loro, pero, loro dicevano sempre:

“Ormai non abbiamo cara la nostra vita. Viviamo per chi? Non c’è niente che ci attira in questo mondo.”

E, senza prendere la medicina, stavano a letto ammalati.

L’altra parte, l’ufficiale militare sono tornati al palazzo a testa dei guardiani e ha raccontato dettagliatamente il fatto che non hanno potuto combattere contro il gruppo dei personaggi celesti per far restare Kaguya Hime all’imperatore. Poi, lui ha consegnato quella lettera e la medicina per l’immortalità.

L’imperatore, dopo averla letta, era talmente commosso che non voleva mangiare né giocare alla musica. E lui ha chiesto ai ministri e nobili:

“Quale montagna sarà più vicina al cielo?”

Allora uno ha risposto:

“Una montagna che si trova nel paese Suruga (la presente provincia Shizuoka) può essere vicina al cielo e anche a Kyoto abbastanza.”

L’imperatore, sentendone, ha fatto una Waka come seguente:

“Ora che non posso vedere Kaguya HIme, io mi sento solo triste. Per me che sto cosi in lacrime, non serve niente la medicina per l’immortalità.”

Dopo, l’imperatore ha mandato un messaggero al paese di Suruga.  Questo messaggero, chiamato Tsukino Iwakasa, è andato alla cima di questa montagna a testa dei soldati e lui, mettendo la lettera e la medicina insieme sulla cima della montagna, le ha bruciate tutto, cosi come era ordinato dall’imperatore.

D’ora in poi, questa montagna era cominciata a chiamarsi “Il Monte Fuji (significa la montagna immortale)” ed era tramandato che il fumo stava salendo ancora fino alle nuvole.

(N.B


Il Monte Fuji è adesso considerato il vulcano inattivo, ma dal periodo preistorico fino a quello Edo, ha fatto l’attività vulcanica ripetutamente quindi, nel periodo in cui questa storia era scritta, si suppone che fosse stato attivo.)

                                                              ~  fine  ~

domenica 2 agosto 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (33)


Kaguya Hime che sale al cielo
e
Due vecchi che la guardano


La storia di un boscaiolo del bambù (32)


Il gruppo dei personaggi celesti teneva due scatole. L’una conteneva il manto di piume e l’altra una medicina per l’immortalità. Uno di loro, avvicinandosi a Kaguya Hime con una scatola e le ha detto:

“Prendete questa medicina, perché voi avete mangiato il cibo contaminato di terra e forse vi sentirete male.”

Kaguya HIme quindi, l’ha leccata un po’ e poi ne stava proprio per avvolgere gli avanzi nel vestito da lasciare ai genitori adottivi, ma il personaggio celeste, impedendo il suo atto, ha voluto farla vestire il manto di piuma. 

Kaguya Hime ha detto:

“Aspettate un momento. Ho sentito dire che, una volta che m’indosso questo manto, io perderò il cuore umano. Io, quindi, prima di vestirlo, devo dire una cosa all’imperatore.”

E lei ha cominciato a scrivere con calma una lettera come seguente:

“Voi avete voluto trattenermi in questo mondo, mandando cosi tanti guardiani, ma, il messaggero del cielo non lo perdona e mi porterà via. Mi dispiace moltissimo. Io rifiutavo di servirvi, pensando il mio fatale. Forse Sua Maestà non vi siete stati molto convinti e m’avrete considerata ostinata. Perciò io ho scritto questa lettera per eliminare questo mio pensiero.”

Poi, ha aggiunto una Waka come seguente:

“Alla fine, mi è arrivato il momento da vestire il manto di piume celeste. Io sto ricordando di voi con commozione.”

E lei l’ha mandato all’imperatore con l’urna della medicina, tramite un capo ufficiale militare.


Un personaggio celeste, appena consegnata l’urna all’ufficiale, ha fatto vestire il manto a Kaguya Hime. Allora lei ha perso subito il sentimento umano per i genitori adottivi ed è diventata un essere celeste che non aveva niente da preoccuparsi. Poi, Kaguya Hime, stando nel carro, è salita al cielo accompagnata da centinaia personaggi celesti.