domenica 13 settembre 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (44)

L'illustrazione del vecchio Chamise

La foto del presente Chamise


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (10)

Dentro la tazza ~ 1 ~


Voi lettori, non avete l’esperienza di salire una scala alta al buio in una torre vecchia? Poi, questa scala, può essere, non aveva uscite nelle tenebre e piena di ragnatela?

Oppure, non avete l’altra esperienza che, camminando una strada lungo il mare sulla falesia, quando siete arrivati all’angolo, non si trovava più la strada ma solo un faraglione che bloccava il vostro passaggio?

Il sentimento che si prova in tale occasione, per l’intensità del senso e anche perché se lo ricorda ben chiaro, si capisce che è molto forte.

Nei racconti antichi giapponesi, è rimasto qualche pezzo del romanzo che ci fa provare il sentimento quasi uguale a ciò….. Forse, l’autore era tanto pigro oppure avrà litigato con la casa editrice, oppure era chiamato da qualcuno, e poi non tornava più alla scrivania, se non poteva essere morto improvvisamente.

Comunque sia, nessuno può sapere il motivo che era rimasto incompiuto questo racconto. Io, vi presenterò un esempio tipico di questo genere.

Il 4 gennaio dell’anno 1617, circa 220 anni fa, un Daimyo chiamato Nakagawa Sadonokami, è uscito per fare il giro di visite di Capodanno con alcuni seguiti e in via di questo giro, è entrato in un Chamise (un tipo di caffetteria tradizionale in Giappone). Quando la comitiva vi riposava, un suddito giovane, chiamato Sekinai, avendo la forte sete, ha versato il tè verde da se stesso nella tazza grande.  

(N.B
Chamise letteralmente significa il negozio del tè. E si considera che il cliente avesse potuto bere il tè quanto voleva in questo tipo del negozio.)

E quando lui ha guardato dentro la tazza con naturalezza, si specchiava una faccia sconosciuta nel liquido giallastro trasparente.  Sekinai, sorpreso, ha guardato attorno ma, non c’era nessuno vicino a lui. La faccia apparsa nella tazza, sembrava un Samurai giovane. Stranamente, questa faccia era molto chiara e bella quasi come la donna. Sembrava che fosse viva veramente, perché i suoi occhi e labbra si muovevano.

Sekinai, non sapendo come comportarsi con questo fenomeno strano, ha buttato il tè e ha rivisto nella tazza in particolari. Tuttavia, questa non aveva nessun punto speciale. Era proprio la roba banale e dozzinale.