domenica 19 aprile 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (3)



Due illustrazioni di Kaguya Hime

La storia di un boscaiolo del bambù (2)
 
Tutti gli uomini, indipendentemente dalla condizione umile o elevata, languivano d’amore per Kaguya Hime, sentendo la voce di sua bellezza e hanno voluto di ottenerla ad ogni modo. Per vederla direttamente pero, era tanto difficile quanto gli servitori di sua casa non riuscivano contattarla, ciò nonostante, gli uomini uscivano fuori nella notte buia e tentavano a guardarla furtivamente bucando il recinto.  D’allora, “fare una proposta” è cominciato a dire “Yobai” in Giappone.
(P.S
Yobai significa “chiamare” che deriva dal fatto che un uomo visitava alla notte la casa della sua donna chiamandola. Tuttavia, in posterità, da quando è cominciato il matrimonio normale come il sistema presente, cioè la moglie abita in casa del marito, quella maniera di chiamare la donna alla notte è considerato immorale e anche la lettera si è cominciato a esprimere con la diversa, cioè Yo con la lettera “notte” e Bai è “entrare in segreto”, di cui la pronuncia è uguale foneticamente a “chiamare”.)
Un pretendente girava per il posto sconosciuto con il cuore turbato e ha provato anche parlare a qualcuno della casa di Kaguya Hime, ma nessuno gli rispondeva. Tanti uomini nobili passavano la notte e il giorno non staccando la casa della principessa, invece quelli non molto appassionati hanno rinunciato di venire dicendo che era inutile di girare nella notte se non ci fosse nessun frutto.

Fra questi, erano rimasti alla fine i cinque uomini più appassionati che frequentavano sia giorno sia notte, cioè il principe Ishizukuri, Kurumamochi, il ministro Abe no Miushi, Dainagon (posizione sotto del ministro) Ootomo no Miyuki e Chunagon (posizione sotto di Dainagon) Isonokami no Marotari. Loro erano già gli uomini di lascivia che volevano sempre le donne che avevano la sembianza un po’ più bella di normale, quindi, inutile da dire che il desiderio per Kaguya Hime era illimitato.
Loro continuavano solo di pensarla senza tenendo conto di mangiare e giravano attorno alla casa sua sia sotto la neve sia sotto la pioggia o fulmine. Naturalmente, ognuno di loro le mandava la lettera oppure la poesia (Waka) ripetutamente ma niente risposta.

Una volta, ognuno ha chiesto la mano della principessa chiamando direttamente il vecchio, ma lui ha rifiutato dicendo che lei non era sua propria figlia, perciò era difficile di far ubbidire a lui. I cinque uomini pero, non potendo dimenticare la principessa, pregavano all’altare di divinità oppure la statua di Budda nella casa, pensando che un giorno lei dovesse sposare con qualcuno per forza. Cosi loro frequentavano da lei con l’infatuazione quasi anormale.