domenica 12 aprile 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (1)



Sopra, due illustrazioni di Urashima Taro
Sotto, il castello Ryugu e Oto Hime




“Urashima Taro”  ~  la storia di un pescatore che è andato al fondo nel mare ~

Da questa volta, comincio nuovamente questa serie.

In Giappone, come gli altri paesi nel mondo, ci sono abbondantemente le fiabe, i racconti folcloristici e le leggende e mi è vanuta la voglia di presentarne alcuni. Allora, comincierò per primo con la storia suddetta.
C’era una volta, un giovane pescatore chiamato Urashima Taro, che abitava con sua madre in un villaggio.  Un giorno, quando lui camminava sulla spiaggia, ha visto i bambini che maltrattavano una tartaruga. Taro, avendo pietà di quella tartaruga, ha chiesto ai bambini di liberarla ma, loro non hanno voluto ascoltarlo. Perciò Taro, ha dato a loro i pochi soldi che teneva, e riuscito a salvarla. Alcuni giorni dopo, mentre Taro pescava, una tartaruga si è avvicinata e gli ha dato una voce:
“Signor Taro, ti ricordi che mi hai salvato l’altro giorno? Io sono venuta a ringraziarti e voglio accompagnarti al castello Ryugu (significa il palazzo del drago, considerato l'ammistratore dell'acqua), che si trova nel fondo del mare.”

“Ma, nel fondo del mare, come posso andarci?”
“Non ti preoccupare. M’affidati.”

Taro, non potendo vincere la curiosità, si è salito sulla schiena della tartaruga. Questa, dopo aver nuotato per alcuni momenti, si è immersa nel mare e arrivata immediatamente alla porta magnifica del castello Ryugu. Dentro il castello, c’era una bellissima ragazza chiamata Oto Hime che l’aspettava. Taro era accolto calorosamente e ci ha passato i tempi piacevoli, vedendo la danza del dentice e rombo e mangiando una montagna di ghiottonerie.
Tuttavia, col passo dei giorni, Taro è cominciato a sentirsi la nostalgia della sua patria, soprattutto di sua madre, quindi lui ha detto di voler tornare a casa a Oto Hime. Le rincresceva molto a separarsi da Taro, ma ha capito del suo desiderio alla fine. Prima che lui andava via, Oto Hime gli ha dato una scatola bella come il souvenir, dicendogli di non aprirla mai, perché vi era messo "il tempo" passato nel castello Ryugu.

Poi, Taro si è salito sulla schiena della tartaruga come prima e riuscito ad arrivare alla spiaggia della sua patria subito. L’aspetto del suo villaggio pero, gli sembrava molto differente dalla prima. E non vi si trovavano sua casa e madre nemmeno un conoscente. Lui ha provato a domandare a una persona sulla strada, ma nessuno poteva rispondere la contezza.
Taro, sentendosi molto ansia di ciò, si è seduto sulla spiaggia con l’aria perplessa. Poi, improvvisamente lui si ricordava di quella scatola che era proibita di aprire da Oto Hime. Lui, ma, sperando di poter tornare alla situazione originale, l’ha aperta. Allora, si è levato un fumo bianco da dentro e lui si è trasformato in un vecchio di crine e barba bianca in un istante.