domenica 22 marzo 2015

La cultura giapponese(6)



Due foto di Tatami




La storia della cerimonia del tè (3)
Murata Jukoh, non volendo concorrere ai ricchi e potenti che raccoglievano gli oggetti di alta classe senza badare le spese e li esponevano nel salone come l’ornamento, ha preparato la stanza adibita alla cerimonia del tè a grandezza di quattro e mezzo Tatami.
(N.B
 
Tatami è la stuoia tipica giapponese che ha dimensione di 180cm x 90cm normalmente e lo spessore di circa 5 o 6 cm. È imbottito di paglia, coperto di stuoia di giunco e bordato con la stoffa bella. E nella casa giapponese, la stanza di quattro e mezzo Tatami oppure di sei Tatami è la più generale, su cui non si cammina mai con le scarpe nemmeno con le pantofole.
Solitamente, noi giapponesi possiamo capire la grandezza di una stanza, sentendo solo il numero di Tatami.)

Comunque, Jukoh ha amato “la sobrietà” in tutto e è famoso il suo detto come seguente:
“La luna sarà meno affascinante se non ci sia una nuvola che la copre un po’.”

Questo suo atteggiamento che rifiuta la perfezione, tramite il suo discepolo Takeno Jouoh, è successo a Sen no Rikyu che ha completato “Wabi Cha”.
Per capire il suo modo di fare la cerimonia del tè, presento sotto la sua lettera intitolata “lettera del cuore” che era indirizzata a uno di suoi discepoli.

“Se uno voglia seguire questa strada (del tè), deve buttare il vanto e l’attaccamento.  Naturalmente non deve essere geloso dell’esperto neanche disprezzare il principiante. Essenzialmente, all’esperto, bisogna implorare l’insegnamento e al principiante, deve tirarlo su con l’attenzione.
Poi, la cosa più importante in questa strada è che, è cacciare via il confine fra l’oggetto cinese e quello giapponese, cioè assorbendo la cultura diversa, deve estendersela con la maniera originale di se stesso. Se lo deve tenere sempre ben presente ed essere attento.”