mercoledì 28 maggio 2014

“Kojiki” ~ le documentazioni delle faccende antiche ~104


Due foto della tomba di Yamato Takeru

Volume secondo (40) 

Allora, le mogli e figli di Yamato Takeru che sono stati nel paese Yamato, ci sono venuti e hanno costruito la tomba. E poi, camminando a quattro zampe attorno della tomba, hanno pianto e cantato:

“Noi siamo veramente come il sarmento di Tokoro (una specie di patata Taro) che avvinghia il gambo di riso cresciuto nella risaia vicino alla tomba del principe Yamato Takeru.”

In questo momento proprio, l’anima del principe, trasformandosi in un grande piviere bianco, ha volato via per il mare. Le mogli e figli quindi, l’hanno seguito piangendo, nonostante che sono stati feriti dei piedi dal ceppo di bambù nano dintorni. Loro, non se ne sentendosi di dolore, hanno cantato:

“Noi vogliamo camminare nella pianura del bambù nano seguendo all’uccello bianco, ma si trova molta difficoltà, perché ci attacca questo bambù alle reni. E ci fa impazzire il camminare con i piedi, non potendo volare nel cielo come l’uccello.”

Poi, ancora seguendolo, loro sono entrati nel mare e hanno cantato col dolore:

“Noi vogliamo avanzare anche nel mare, ma si trova molta difficoltà, perché l’acqua del mare arriva fino alla nostra vita. Noi siamo proprio come l’erba acquatica che oscilla nel fiume grande e non possiamo più andare avanti.”

E poi, quando loro hanno visto il piviere bianco che si è fermato sulla riva nella spiaggia, cantato:

“Il piviere, non si sa il perché, non vola sulla spiaggia che è facile da camminare per noi, ma vola sopra la riva rocciosa.”

Queste quattro poesie erano cantate all’occasione del funerale per Yamato Takeru e si cantano ancora adesso a quello per l’imperatore.

Dopo di che, l’uccello bianco, volando via dal paese Ise, si è fermato a Shiki (la presente città Yao in Osaka). Perciò costruendo il tumulo, vi è fatto sedere l’anima di Yamato Takeru.

Questo tumulo quindi, si chiama la tomba dell’uccello bianco. Tuttavia, quest’uccello ha volato via lontano nel cielo di nuovo.

Comunque, durante la spedizione di Yamato Takeru dappertutto in Giappone, l’ha seguito sempre un uomo chiamato Nanatsukahagi (il significato non è ben chiaro) che è l’antenato della famiglia Kume (consultate per favore “Kojiki (54)”) come il cuoco.

domenica 25 maggio 2014

“Kojiki” ~ le documentazioni delle faccende antiche ~103

Il presente villaggio Heguri

La quercia

Volume secondo (39) 

Quando Yamato Takeru è arrivato sotto un pino nel capo di Otsu (una zona nella presente provincia Mie) ha trovato la sua spada lasciata al luogo in cui aveva fatto un pasto.

Lui quindi, ha cantato:

“Oh il pino che affronta direttamente al paese Owari (una parte nella presente provincia Aichi), Ase-o (significa mio fratello, ma in questo caso, una parola da tenere il tempo), se questo pino fosse una persona, avrei fatto portare la spada e anche vestire a te. Oh, il pino, Ase-o.”

E, avanzando ancora da lì, quando è arrivato al villaggio Mie ha detto di nuovo:

“I miei piedi sono ormai come Magari Mochi di Mie (“Magari” significa curva, “Mochi” è una specie della pasta di riso, e “Mie” vuol dire il giro triplo, ma comunque il significato totale non è ben chiaro) e mi sento stanco.”

Perciò questo posto si chiama Mie. Poi, quando lui è arrivato a Nobono (una zona nella città Suzuka), lui, ricordandosi di Yamato con nostalgia, ha cantato:

“Il paese Yamato è il più stupendo in Giappone. Le montagne si sono sovrapposte una e altra come se fossero dei recinti verdi, ed essendo circondato da quelli, Yamato è veramente bello.”

E poi, ha cantato ancora:

“Voi tutti, se avete la salute perfetta, godete la vostra vita, mettendosi un foglio di quercia sacra del monte Heguri (una zona nella presente provincia Nara) nei capelli.”

(N.B

Nel tempo vecchio, mettersi o fiore o foglio nei capelli era una specie di sortilegio per influenzarsi di vitalità nella pianta.)

Queste due poesie si chiamano il canto da ricordarsi la patria con nostalgia.

E poi, lui ha cantato ancora:

“Ah, si vede una nuvola che nasce dalla direzione di mia casa.”

Questo è la metà della poesia completa. In questo momento, la sua malattia è diventata grave improvvisamente e lui ha cantato la poesia ultima:
 
"La spada che ho lasciato a casa di mia ragazza (Miyazu hime), Ah, quella spada di Kusanagi!"
 
Appena ha cantato cosi, lui è morto. 

Allora i suoi sudditi ne hanno fatto sapere all’imperatore, mandando subito un messaggero col cavallo.  

mercoledì 21 maggio 2014

“Kojiki” ~ le documentazioni delle faccende antiche ~102

Sopra, il cinghiale bianco
Sotto, Tsuetsuki Zaka


Volume secondo (38) 

Il principe ha detto:

“Io ammazzerò la divinità di questa montagna senz’armi.”

E quando lui vi è salito, ha incontrato un cinghiale bianco che era tanto grande quanto un bue. In questo momento, Yamato Takeru ha fatto Kotoage (1):

“Quest’animale che ha la forma di cinghiale bianco, sarà un messaggero della divinità della montagna. Infatti, non lo ucciderò adesso ma nella via di ritorno.”

Dicendo cosi, lui è salito alla montagna. Allora, la divinità di questa montagna, facendo grandinare intensamente, ha fatto uscire di senno del principe. Perché quello che era incarnato al cinghiale bianco, non era il messaggero ma era proprio la divinità stessa. Perciò il principe ha perso la coscienza per motivo di suo Kotoage. E poi, quando lui stava riposando a Shimizu di Tamakurabe (una zona non è ben chiara, ma si considera o la presente provincia Shiga o quella Gifu) dopo essere sceso dalla montagna, è ritornato man mano in sé. Per questo motivo, quello posto Shimizu si chiama quello d’Isame (significa far rinsavire).

Dopo essere partito di là, lui è arrivato nella zona di Tagino (una zona nella presente provincia Gifu) e ha detto:

“Io ho voluto volare sempre nel cielo come il pensiero, pero, i miei piedi non funzionano ormai e non posso avanzare di più.”

Perciò questa zona si chiama Tagi (significa la strada accidentata che è difficile da camminare). Quando lui ha camminato ancora un po’, lui era tanto stanco quanto non riusciva a muoversi senza il bastone. Perciò questo posto si chiama Tsuetsuki Zaka (significa il pendio da camminare col bastone).

(1)

Kotoage significa dire una cosa con la voce. Nel tempo vecchio, si credeva che ci fosse un potere magico in parole. Perciò il popolo pensava meglio essere prudente di parlare avventatamente.

domenica 18 maggio 2014

“Kojiki” ~ le documentazioni delle faccende antiche ~101


Due foto del monte Ibuki

Volume secondo (37) 

Passando il paese Kai (la presente provincia Yamanashi), Yamato Takeru è arrivato a Shinano (la presente provincia Nagano). E dopo aver conquistato la divinità del pendio Shinano, è tornato al paese Owari ed entrato in casa della principessa Miyazu, con chi aveva promesso in matrimonio.

Quando la principessa gli ha offerto un pasto, lui ha visto l’orlo del vestito suo appena appena tinto di rosso, che era segno delle sue cose.

Allora, il principe ha cantato:

“Io immaginavo un cigno che volava sul monte Kagu (situato in Nara) cantando chiassosamente. Ed io volevo fare al mio cuscino il braccio tuo cosi sottile e dolce come il collo di questo cigno e poi anche dormire con te, ma purtroppo ho visto che già è salita la luna sull’orlo del tuo vestito.”

La principessa quindi, ha risposto:

“Oh il principe del sole, oh il mio signore, se passino i giorni, passa via anche la luna. Penso che questa luna, essendo stanca di aspettare la vostra visita, fosse salita sull’orlo del mio vestito.”

Cosi, loro si sono sposati. Poi, il principe, lasciando la spada Kusanagi (significa tagliare l’erba, cioè quella che era data da sua zia) a casa della principessa Miyazu, è partito per sconfiggere la divinità del monte Ibuki (una montagna situata alla confine fra la provincia Gifu e quella Shiga).

mercoledì 14 maggio 2014

“Kojiki” ~ le documentazioni delle faccende antiche ~100

La catena di montagne Ashigara

Le rovine del palazzo Sakaori

Volume secondo (36)

Yamato Takeru è avanzato ancora al fondo e ha sottomesso tutto il popolo chiamato Emishi (il nome di una razza che abitava nella parte nord-est in Giappone ed era considerata incivile a quell’epoca) e poi anche qualsiasi divinità impetuosa sia della montagna sia del fiume.

E in via di ritorno a Yamato, quando lui mangiava Kareii (significa il riso cotto e essiccato, cioè il cibo portabile nel periodo antico), stando sotto il pendio della catena di montagne Ashigara (il nome di una parte sud-ovest nella presente provincia Kanagawa), è apparso un daino bianco, l’incarnazione di divinità del Passo Ashigara.  

Yamato Takeru, appena che l’ha visto, ha lanciato un pezzo di Hiru (una specie della pianta perenne delle gigliacee, che era usata come il cibo portabile e anche la medicina, perché, avendo un odore forte come l’aglio, era considerato che avesse un potere magico da cacciare via gli spiriti maligni) che era lasciato nel piatto al daino. Allora questo era morto essendo colpito all’occhio.

Poi, Yamato Takeru è salito sul pendio e sospirando tre volte, ha detto “Oh A Zuma (“A” significa mia, “Zuma” è moglie)”. Per questo fatto, quella zona si chiama Azuma (significa l’oriente).

Dopo di che, lui è arrivato al palazzo Sakaori nel paese Kai (la presente provincia Yamanashi) e cantato:

“Dopo aver passato la zona Tsukuba e Niibari nel paese Hitachi (la presente provincia Ibaraki), quante notti ho dormito in viaggio?”

Allora un vecchio uomo che faceva guardia al fuoco, ha cantato rispondendo alla poesia del principe:

“Passando i giorni, oggi è il decimo, invece la nona di notte”.

Il principe quindi, lodando questo vecchio, gli ha dato il titolo del capo del paese Azuma (d’est).

domenica 11 maggio 2014

“Kojiki” ~ le documentazioni delle faccende antiche ~99

La statua della principessa Ototachibana



La principessa che si getta nel mare

Volume secondo (35) 

Quando Yamato Takeru è arrivato al paese Sagami (la presente provincia Kanagawa), il cui capo l’ha ingannato dicendo cosi:

“A questa pianura, c’è una palude grande in cui abita una divinità molto brutale.”

Yamato Takeru quindi, è andato a questa pianura per vedere la divinità. Appena lui entra nella pianura, il capo di Sagami vi ha acceso il fuoco. Yamato Takeru ha capito subito che ci è cascato e lui ha aperto la bocca del sacco che sua zia gli ha dato, in cui si è trovata una selce.

Allora lui ha tagliato prima l’erba con la sua spada e poi, ha acceso il controfuoco con la selce. Dopo di che, lui, evitando il fuoco che lo segue, è uscito fuori dalla pianura senza problema. Poi dopo aver ammazzato il capo e tutti i suoi seguaci, ha bruciato via il palazzo del capo e dintorno. Perciò questa zona si chiama Yaizu (significa la pianura bruciata).

Lui è avanzato ancora e quando stava per passare lo stretto Hashirimizu (significa la corrente veloce), la divinità di questo stretto ha creato i cavalloni. La nave di Yamato Takeru quindi, girandosi tante volte nello stesso luogo, non riusciva ad andare avanti.

In questo momento, sua moglie chiamata la principessa Ototachibana (significa giovane principessa di Mandarino) gli ha detto:

“Io mi getterò nel mare al posto di voi. Voi invece, compirete la vostra mansione di conquistare il popolo orientale e lo riporterete all’imperatore.”

E poi, mettendo prima le otto stuoie di falasco e lo stesso numero di quelle di cuoio e di seta sull’onda, vi è discesa. Allora i cavalloni si sono calmati e la nave è riuscita ad avanzare.

Prima di gettarsi nel mare, la principessa ha cantato una poesia:

“Stando nel fuoco che bruciava la pianura Sagami, oh mio marito, voi eravate in ansia per la salvezza di me.”

Sette giorni dopo, si è trovato il suo pettine su una riva. Perciò Yamato Takeru, costruendo una tomba per sua moglie, vi ha messo questo pettine.

mercoledì 7 maggio 2014

“Kojiki” ~ le documentazioni delle faccende antiche ~98

Sopra, la spada Kusanagi
Sotto, la statua diYamato Takeru che la tiene


Volume secondo (34) 

L’imperatore Keiko allora, ha ordinato a Yamato Takeru di nuovo:

“Nei dodici paesi alla parte orientale, ci sono le divinità e popolo che non vogliono ubbidire a noi. Questa volta, la tua missione è pacificare questi paesi.”

Dopo aver detto cosi, l’imperatore gli ha dato una lunga picca fatta di agrifoglio e poi, ha fatto accompagnare un uomo chiamato Misukitomomimi Takehiko (il significato non è ben chiaro), l’antenato della famiglia Kibi.

Yamato Takeru, seguendo all’ordine dell’imperatore, è partito per la parte orientale. Lui pero, non dirigendosi verso l’est subito, è andato al tempio scintoista d’ Ise prima. Dopo aver pregato in questo tempio, lui ha visitato sua zia Yamatohime (principessa Yamato) e le ha raccontato lamentandosi:

“Cosa pensa di me l’imperatore? Forse lui vuole farmi morire. Io sono appena tornato alla città dalla parte occidentale, ma lui mi ha ordinato subito di andare all’est per pacificare i dodici paesi nella parte orientale, senza mi dando alcuni soldati. Io riflettevo su ciò e ho concluso che l’imperatore veramente vuole farmi morire."

Allora, nel momento della sua partenza, Yamatohime gli ha dato la spada Kusanagi (secondo la tradizione, questa spada è quella che era presa dalla coda di Yamatano Orochi, quando il principe Susano O l’aveva ucciso, considerate per favore “Kojiki (27) e (28)”) e un sacco, e poi gli ha detto:

“Nel caso urgente, tu apri questo sacco.”

Poi, quando lui è arrivato al paese Owari (una zona della presente provincia Aichi), lui ha alloggiato in casa della principessa Miyazu, l’antenata della famiglia del capo di paese Owari. E lui si è innamorato di lei e dopo aver promesso in matrimonio con lei, è andato alla parte orientale.

Dopo di che, Yamato Takeru ha sottomesso tutte le divinità impetuose sia di fiumi sia di montagne e anche il popolo ribelle.

domenica 4 maggio 2014

“Kojiki” ~ le documentazioni delle faccende antiche ~97

Yamato Tekeru e Izumo Takeru

La spada di Yamato Takeru

Volume secondo (33)
 

Dopo, Yamato Takeru è andato al paese d’Izumo. Lui, pensando di ammazzare il capo di questo paese, chiamato Izumo Takeru, ha scambiato subito l’amicizia profonda con questo capo prima.

Yamato Takeru, allora, ha costruito una spada finta d’albero tasso segretamente e andato al fiume Hi con lui per purificarsi insieme.

Dopo essere purificato, Yamato Takeru è salito prima sulla riva e mettendo la spada di Izumo Takeru alla sua vita, gli ha detto di scambiare della spada. Perciò Izumo Takeru che è salito sulla riva dopo, ha messo quella spada finta di Yamato Takeru.

Poi, Yamato Takeru gli ha sfidato di fare la partita con la spada. Izumo Takeru ne ha accettato, pero, lui non ha potuto tirare la spada perché era finta. Invece Yamato Takeru l’ha tirata subito e ha ammazzato Izumo Takeru. 

In questo momento, Yamato Takeru ha cantato:

“La spada che Yatsumesasu (1) Izumo Takeru porta, il cui fodero è avvolto tante volte dal sarmento di glicine, si vede molto bella e magnifica in apparenza, ma non ha la lama. Che è ridicolo!”

E dopo aver cacciato via cosi la ribelle, ha pacificato il paese d’Izumo e tornato alla capitale. 

(1)

Yatsumesasu sono gli epiteti usati nella poesia Waka per ornamentare alcuni termini fissi, chiamati "Makura Kotoba" che significano le parole da cuscino.  In genere, queste parole sono di cinque sillabe e in questo caso, si mettono prima della parola “Izumo”. Tuttavia, il suo significato non è ben chiaro.