mercoledì 9 luglio 2014

“Kojiki” ~ le documentazioni delle faccende antiche ~116


Il ritratto e la statua di Confucio

Volume secondo (52) 

Nel periodo dell’imperatore Oujin, era deciso il popolo da occuparsi di pesca, di navigazione, di amministrazione di bosco e montagna e poi anche quello da contribuire i prodotti montani alla corte imperiale.

Ed era costruito anche il laghetto Tsurugi d’irrigazione.

Poiché il popolo di Shiraghi (il vecchio nome di un paese di Corea) è venuto in Giappone, Takeshiuchi ha fatto costruire a loro un laghetto Kudara (il vecchio nome di un paese di Corea). Poi il re Shoko di Kudara ha regalato una coppia di cavalli all'imperatore tramite Achikishi (il nome di una persona coreana, venuta in Giappone) che è l’antenato della famiglia Achiki (quella che si è occupata tradizionalmente di segreteria nella corte imperiale). Poi, il re Shoko ha regalato anche una spada e uno specchio grande all’imperatore.

L’imperatore Oujin quindi, ha detto al paese Kudara:

“Se ci sia qualche saggio nel vostro paese, me lo mandate.”

Allora il re di Kudara ha mandato un uomo chiamato Wanikishi in Giappone, facendogli portare i dieci volumi di “Lun Yu (Discorsi di Confucio) e un libro del precetto di vita, scritto in mille lettere di Kanji. Questo Wanikishi è l’antenato della famiglia Fumino Obito (quella naturalizzata che si è occupata della professione letteraria). Inoltre, il re di Kudara ha mandato un saldatore coreano, chiamato Takuso e una tessitrice di paese Wu, chiamata Saiso.

Dopo di che, è venuto Niho, alias Susukori, l’antenato della famiglia Hata e Aya (queste due erano le grandi famiglie naturalizzate nel tempo antico), che era esperto di fermentare il Sakè.

Quando Susukori ha offerto il Sakè all’imperatore, lui si è ubriacato piacevolmente e ha cantato:

“Mi sono veramente ubriacato di Sakè, fermentato da Susukori. Ho preso una sbornia dal Sakè che caccia via la calamità e mi fa ridere felicemente.”

Cantando cosi, l’imperatore è uscito. E quando lui ha colpito col suo bastone una pietra grande sulla strada in Osaka, quella pietra lo evitava in fretta. Da quest’avvenimento, è nato un proverbio “Anche se la pietra dura evita la persona ubriacata.”