lunedì 6 gennaio 2014

“Kojiki” ~ le documentazioni delle faccende antiche ~64

 
 
Ex-palazzo imperiale in Kyoto

Presente palazzo imperiale in Tokyo

Ora, torno a Kojiki, ma prima di cominciare il secondo volume, vorrei scrivere un po’ su “Tennoh (imperatore)”, perché d’ora in poi, comincia la storia dell’imperatore.

Tennoh letteralmente significa “Il re del cielo”, pero, in inglese, si traslittera solitamente “Emperor (imperatore)”, perciò anche io, seguendo quest’uso, scrivo sempre “imperatore”.  

Alla volta scorsa, fra i quattro figli di Ugaya Fukiaezu, due sono andati al paese Tokoyo e a quello del mare, quindi sono rimasti altri due (Il Principe Giovane del Cibo, alias il Principe Augusto Yamato e il Principe del Riso Solenne) nel palazzo di Takachiho in Kyushu (l’isola più ovest del Giappone). Il secondo volume di Kojiki si comincia dalla scena in cui questi due hanno deciso di andare a est del Giappone e poi, nel Kojiki c’è scritto che il Principe Augusto Yamato è diventato il primo imperatore in Giappone.  

Il libro storico giapponese dice che il sistema imperiale ha cominciato da questo Principe Augusto Yamato e continuato fino al presente imperatore per 125 generazioni, ma poiché due imperatrici (la trentasettesima e la quaranta sesta) sono salite al trono due volte, in verità sono 123 imperatori in totale.

Tuttavia, gli studiosi hanno dubbio di ciò. Secondo l’opinione generale di loro, almeno fino alla decima generazione possono essere immaginari, oppure alcuni di loro dicono addirittura che è incerta la realtà fino alla quindicesima. 

Comunque, il libro storico, sia in Oriente sia in Occidente, ha tendenza di essere condizionato spesso dall’intenzione dell’uomo potente dell’allora. Perciò, per noi che viviamo nell’epoca attuale, ci sarà bisogno di avere gli occhi quanto possibili giusti per distinguere la verità o la storia inventata.

Anche Kojiki deve essere cosi, ma come ho scritto prima, questo è un libro leggendario anzi che storico, quindi sarei lieta se ve ne divertiate come il libro di fantasia.

(Ma, è certo che comprende anche tanta verità….) 

Alla fine, riguardo al nome dell’imperatore, aggiungo qualche cosa:

Come avete letto finora, il nome del personaggio e divinità in questo periodo è lungo e complicato. Allora, uno studioso vissuto nell’ottavo secolo, chiamato Oumi no Mifune, l’ha cambiato tutto a scrivere in due Kanji (ideogramma) che consiste più o meno di due oppure tre sillabe e dopo di che, questo modo era seguito fino a oggi. Inoltre, dal periodo moderno cioè dalla 122° generazione (bisnonno del presente imperatore), è cominciato a chiamarsi con il "Gengo" dopo la morte (come Meiji Tennoh oppure Showa Tennoh ecc), perché il sistema imperiale è diventato vitalizio dal periodo Meiji, cioè per un imperatore solo un Gengo, quindi…. 

Comunque, in Giappone, non si chiama mai il nome dell’imperatore direttamente. Si chiama solo “Kinjyo (l’imperatore presente)” e dopo la sua morte, si chiama con il Gengo. Invece nel vecchio tempo, si chiamava "Mikado". "Mi" è il prefissso da esprimere il rispetto e "Kado" significa la porta del palazzo imperiale. Infatti, Mikado una volta indicava la corte imperiale e poi anche l'impeatore stesso, e poi dopo la sua morte si chiamava con il "Shigo". 

P.S

Gengo è il nome di una certa epoca durante il regno di un imperatore. Una volta quindi, questo si cambiava ogni tanto nel periodo di un imperatore, magari per rinnovare o migliorare la situazione sociale che è peggiorata, e poi c'era un caso spesso che l'imperatore cedeva la posizione al suo successore, nonostante lui è ancora vivo. Invece, dal momento in cui il sistema imperiale è diventato vitalizio, è cominciato chiamarsi semplicemente con il Gengo (naturalmente dopo la sua morte), che è deciso di essere unico per un imperatore.
Shigo, invece significa il nome postumo per la persona nobile. Come ho già scritto, l’imperatore non si chiama mai col nome durante lui vive. E dopo la sua morte, gli si dava il nome postumo bello o significativo per esprimere il suo personaggio in due lettere di Kanji (ideogramma). E al Principe Augusto Yamato anche era dato il nome Jinmu ("Jin" è un Kanji che significa la Divinità, "Mu" è anche un Kanji che significa il coraggio) da quello studioso.