domenica 15 dicembre 2013

Il fascino delle città antiche (22)

Il Santuario del tempio interno d'Ise vecchio e nuovo

La scena dello spostamento del corpo divino al tempio esterno

Il grande tempio scintoista d’Ise (5) 

Il sistema “Shikinen Sengu” si adopera non solo dal tempio d’Ise ma anche dagli altri templi per esempio Kasuga Taisha (significa il grande tempio) in Nara, Izumo Taisha in Shimane, pero, naturalmente quello d’Ise è il più famoso e importante.

La preparazione di Shikinen Sengu d’Ise si cominciava già da otto anni prima, tagliando l’albero Hinoki (cipresso giapponese). E poi, dopo aver fatto le varie cerimonie a ogni momento importante dell’operazione, (per esempio, prima di costruire si fa la cerimonia per calmare la Divinità del terreno, poi si fa quando i pali sono piazzati, e anche quando la trave del tetto è posata, ecc) è completato il nuovo santuario a Ottobre in quest’anno.

Dopo di che, la cerimonia più importante, cioè lo spostamento del corpo divino dal santuario vecchio a quello nuovo si svolge. Questa cerimonia si comincia in presenza della famiglia imperiale, dalle otto di notte solo con la luce della torcia.

Questo santuario è circondato dai quattro recinti e solo l’imperatore, dopo aver fatto la purificazione, può entrare dentro. Invece il principe ereditario e l’imperatrice possono avvicinarsi fino al primo recinto, gli altri della famiglia imperiale e i ministri importanti fino al secondo e una parte dei ministri e dei credenti fedeli al terzo. Noi popoli normali possiamo stare al quarto (il recinto più esterno)…. Eccezionalmente pero, quelli che hanno fatto una certa cifra della donazione al tempio, possono entrare più fondo.

Il santuario vecchio si lascia per mezzo anno lì e poi si smonta. Perciò anche noi, volendo, possiamo vederlo durante questi sei mesi.

Questa cerimonia dello spostamento del corpo divino comincia dal grido “Ka ke ko” tre volte. “Ka ke ko” è la parola onomatopeica del grido del gallo che è considerato il messaggero di Amaterasu, perché grida quando sorge il sole.  

(A proposito, nel caso del tempio esterno, la parola onomatopeica è “Ka ke ro”, un po’ diversa da quella del tempio interno.)