lunedì 2 settembre 2013

“Kojiki” ~ le documentazioni delle faccende antiche ~39

Sopra, Karamushi
Sotto, Taku


Volume primo (30) 

La moglie, quindi, prendendo il calice grande, è andata al fianco del marito e ha cantato alzandolo:
“Mio marito Ohkuninushi, la Divinità Possessore delle Numerose Picche, poiché sei uomo, avrai tante mogli a ogni capo delle isole e delle rive che tu giri, ma io sono donna, perciò non ci ho nessuno uomo altro che te. Tu sei mio marito unico. Sotto la tende di seta tessuta diagonale che pende lievemente, sotto il materasso fatto dalla pianta Karamushi (una pianta della famiglia ortica, la cui fibra del gambo era usata per il tessuto nell’antico tempo) soffice, sotto il materasso di Karamushi che fa il suono leggero, accarezzando e avvinghiando il seno giovanile e bianco come neve al braccio bianco come la fune di Taku (una pianta della famiglia gelso, la cui corteccia è usata normalmente come il materiale della carta. In questo caso, però, significa la fune intrecciata dalla fibra di questa corteccia), tu dormi facendo il mio braccio bello al cuscino e allungando le tue gambe.
Su, bevi il Sakè.

Dopo che lei ha cantato cosi, loro due, scambiandosi bicchierini, hanno consolidato il rapporto del coniugio e ancora adesso, mettendo la mano al collo tra di loro, sono consacrati come una coppia felice.

Le cinque poesie suddette, si dicono il racconto divino.